L’invasione della plastica è un problema di proporzioni globali e dal fortissimo impatto ambientale, nessun ecosistema può esserne risparmiato. È proprio a causa dell’inquinamento da plastica che studiosi e geologi definiscono le varie fasi dell’Antropocene in base alle materie plastiche. Tale è il loro impatto sui diversi ecosistemi che oggi anche i batteri hanno iniziato a evolversi per degradare più rapidamente la plastica.
Uno studio condotto dalla Chalmers University of Technology di Gothenborg rivela che, in base al DNA raccolto su batteri presenti sia in terra che in mare, è in corso un’opera di adattamento allo smaltimento delle plastiche. Lo studio ha isolato 30mila enzimi diversi in grado di “mangiare” dieci tipi di plastica: un organismo su quattro li ha sviluppati. Gli enzimi dei batteri che distruggono la plastica sono distribuiti equamente nei diversi tipi di ecosistemi, con notevoli differenze tra le varie zone. La differenza sostanziale sta nella quantità di plastica presente: più i batteri vivono a contatto con la plastica, più sono inclini a mutazioni genetiche che consentano di mangiarla.
Aleksej Zrelezniak, uno degli autori dello studio afferma: “Abbiamo trovato molteplici linee di prova a sostegno del fatto che il potenziale di degradazione della plastica del microbioma globale è fortemente correlato alle misurazioni dell’inquinamento plastico ambientale, una dimostrazione significativa di come l’ambiente sta rispondendo alle pressioni che stiamo esercitando su di esso”. I batteri dunque, si stanno attrezzando per mangiare la plastica, prima di esserne sopraffatti.
Redazione -ilmegafono.org
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