La più interessante peculiarità di un musicista è quella di saper sfruttare le potenzialità sonore di un determinato genere musicale senza cadere nella tentazione di allinearsi con la sudditanza al preesistente o a quello che ci si aspetta di sentire. Con Fernando Fidanza e con il suo ultimo album si ha proprio questa sensazione di piena indipendenza, attraverso la quale poter ascoltare con piacere una proposta sincera e originale.
L’album, uscito lo scorso 4 giugno per New Model Label, si intitola “Old Folk for New Poets” e si struttura in ben quattrodici inediti, a prova di una grande vena compositiva da parte dell’artista. I testi di ogni singola traccia sono delle poesie fornite a Fernando Fidanza da diversi poeti, senza dei quali questo progetto non avrebbe potuto prendere la forma grazie alla quale è possibile apprezzarlo. Ad ogni modo, dal punto di vista musicale, il titolo non deve trarre in inganno chi decide di ascoltare questo bel disco.
È vero che lungo la tracklist le sonorità tipiche del folk sono solide e ricorrenti, ma per tutto quello che si può trovare tra un brano e l’altro preferiremmo definire “Old Folk for New Poets” come un’espressione indie che cattura al suo interno tante sfumature e varietà sonore, in grado di mostrare l’essenza artistica del nostro musicista. Ci sono chiari riferimenti al cantautorato italiano, qualche dettaglio pop e qualche altro ancora più evidente a stampo alternative-rock, ma soprattutto c’è ed è chiara la volontà di sperimentare, di proporre al proprio pubblico qualcosa di nuovo, qualche spunto che possa tracciare nuove linee e forme.
“Old Folk for New Poets” è un’altra bella prova di qualità e sperimentazione venuta fuori dai lockdown che abbiamo vissuto, a prova di come anche un evento nefasto possa essere promotore di nuove possibilità, di nuove emozioni e dunque di linfa compositiva. Quello di Fernando Fidanza (che abbiamo avuto ospite durante l’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) è un album che consigliamo, non solo per la gradevolezza ma anche perché – come dichiara lo stesso artista – è un inno all’unione, artistica in questo caso, affinché si faccia fronte comune per superare questo clima di stasi culturale che la nostra società sta vivendo.
Manuele Foti – ilmegafono.org
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