L’ultimo album di Die, al secolo Diego Seminario, fa parte di quelle essenze musicali complesse e mutevoli che ci danno grande speranza per il futuro della musica, italiana ma anche internazionale. Lungi da sonorità scontate e banali, lungi da testi superficiali e strappalacrime, la musica che Die propone nei suoi lavori è qualcosa di diverso, un aggrovigliamento di suoni, ritmi e generi che, a prescindere dai gusti musicali di chi si propone di ascoltarlo, hanno la certezza di non risultare in alcun modo banali.
L’album si intitola “Ragion per cui”, è uscito lo scorso 11 giugno e si compone di nove tracce più due bonus track che rappresentano la versione in inglese di altri brani presenti nella tracklist. Il genere dentro cui ci porta Die è un’ambientazione che non vogliamo rischiare di etichettare, perché non renderemmo onore ad una varietà di armonie e melodie che spaziano con libertà verso qualunque sensazione artistica passi per la mente di questo nostro musicista.
Ci piace definire “Ragion per cui” un esempio di quella che è la world music, ovvero il genere musicale che raccoglie al suo interno tradizioni folk e popolari ma anche indie. Come detto, non è il caso di racchiudere la realtà compositiva di Die solo attraverso questo stile, perché dentro il suo ultimo album è possibile trovare anche altri riferimenti: molti sono alla canzone d’autore italiana, alle cadenze e intonazioni teatrali, che si uniscono elegantemente alla solida base indie-folk della produzione. In altri momenti del disco, decisamente più sporadici, sono presenti alcuni energici e grintosi accenni ad un alternative-rock di stampo internazionale, utili a spezzare il climax principale della produzione, rendendola così più eterogenea e quindi di facile e piacevole ascolto.
Nel complesso, quello di Die (che abbiamo ospitato durante l’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) è un album che va ascoltato perché, pur avendo buon seguito nel nostro Paese, è slegato dal commerciale e propone comunque tracce che a livello musicale rappresentano occasioni interessanti per chi ha voglia di ascoltare qualcosa che si allontani dal minimalismo, offrendo allo stesso tempo spunti di riflessione, che siano musicali, attraverso i suoni, o concettuali, attraverso un’analisi dei testi.
Manuele Foti – ilmegafono.org
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