“Nonno, raccontami quella storia dei tranvieri di Milano che nel Marzo del 1944…”. E allora Attilio chiude gli occhi e scava, nella sua memoria e nel suo cuore, e racconta questa storia a quel giovane nipote. Ma è come se la raccontasse a tutti noi che non la conosciamo e non possiamo sapere che la fame ha molte facce, e che una delle facce più tristi e più intense è la fame di libertà. E quella storia dei tranvieri di Milano si ascolta in silenzio, trattenendo l’emozione per tutto il tempo che dura per poi ritrovarsi, con gli occhi lucidi e in piedi, a battere le mani accanto a centinaia di ragazzi che potrebbero essere i tuoi figli. Ci sono mille modi per raccontare una storia d’altri tempi: si può fare con il tono solenne, con la retorica. Oppure la si può raccontare come se quella storia vera diventasse una favola da tramandare di generazione in generazione perché insegna, perché è la testimonianza di un tempo che ha lasciato un segno e una ferita in intere generazioni.

Ma bisogna esserne capaci, e non è facile trasmettere una magia a chi ascolta in un silenzio assordante dall’inizio alla fine, perché vuole sapere come finisce, vuole sapere cosa passa nella mente e nel cuore di Piera, perché Piera e Attilio possono essere tutte le donne e gli uomini che in quegli anni vivevano dentro le mura di quelle case, dove il ritmo delle giornate era scandito dai fascisti e dai nazisti diventati i padroni della città. Gianluca Foglia “Fogliazza” è capace di raccontarla così questa favola. Lo fa da tanti anni e ogni volta è come se fosse la prima: lo fa con la sua voce e con i suoi disegni, che entrano prima negli occhi e poi nel cuore, nella mente di chi è seduto davanti e intorno a lui. Accanto a lui c’è Emanuele e, fra le sue mani, qualcosa che assomiglia a una chitarra diventa una scatola magica, perché quelle corde liberano armonia, dolcezza. È così che, con un colpo di bacchetta magica, la voce, il disegno e la musica trasformano una storia vera in una favola che morde l’anima.

“Officine Libertà – L’onda della Madonnina”. Si chiama così questa storia e racconta il grande sciopero dei tranvieri di Milano che, nel marzo del 1944, paralizzò la città e segnò l’inizio della rivolta contro l’occupazione nazifascista. Fu il più grande sciopero nell’Italia occupata e la rappresaglia feroce non si fece attendere: condanne e deportazioni in Germania segnarono quelle generazioni. Quello sciopero divenne uno spartiacque nella lotta di Resistenza al nazifascismo, e come accadde per tutti i grandi scioperi della primavera del 1944 a Milano, Genova, Torino, il mondo ne comprese il valore e l’importanza. Radio Londra lo descrisse così: “Grande sciopero dei tranvieri milanesi, la parola d’ordine è: via i tedeschi! Abbasso la repubblica di Salò. I lavoratori dei tram hanno dimostrato una perfetta identità di sentimenti con la popolazione milanese. Da Radio Londra inviamo un caloroso e fraterno saluto ai tranvieri per la dimostrazione di fede delle forze democratiche contro il nazi-fascismo”.

Il New York Times scrisse che “in fatto di dimostrazione di massa non è mai avvenuto nulla di simile nell’Europa occupata che possa assomigliare alla rivolta degli operai italiani. Lo sciopero è il punto culminante di una campagna di sabotaggi, di scioperi locali e di guerriglia”. Lo spettacolo nasce per la prima volta nel 2014 in via Teodosio, dentro le storiche officine di ATM, per volontà della Sezione ANPI-ATM di Milano e dalla collaborazione con Gianluca, Emanuele, Nicola e Stefano, che il tempo ha saputo trasformare in una profonda amicizia. Da quella volta ogni anno è diventato un appuntamento fisso che coinvolge centinaia di studenti delle scuole superiori di Milano.

Poi, nell’inverno del 2020, un virus maledetto entra nella vita e nella storia di questo mondo e tutto cambia. Lockdown, distanziamento, isolamento…sono parole che abbiamo imparato a conoscere nostro malgrado. È passato un anno da quell’inverno e quelle parole sono ancora fra noi…e allora bisogna scegliere: fermarsi, attendere senza fare nulla, oppure provare a resistere e combattere tutto questo. Sedersi e aspettare che tutto finisca, oppure cercare comunque una strada per continuare ad essere, ad esistere. Una strada dove quella favola potesse continuare a camminare e raccontare ai ragazzi quel pezzo di storia di una città che aveva fame di libertà.

La scelta è stata quella di cercare quella strada, non poteva e non voleva essere diversamente: il 16 febbraio 2021 lo spettacolo è stato messo in scena e registrato al Teatro Europa di Parma e, da marzo a fine aprile, sarà sulla rete a disposizione gratuita delle scuole. Le modalità precise verranno fornite in un secondo momento, ora l’attenzione è dedicata alla messa in scena dello spettacolo. È una scelta che significa accettare di mettersi in discussione e affrontare un nuovo modo e sconosciuto per continuare a portare avanti un incontro che in questi anni è stato capace di coinvolgere più di 3mila studenti che negli anni scorsi, al termine degli spettacoli dal vivo e in presenza, hanno sempre dimostrato il loro apprezzamento fermandosi a lungo con gli artisti, parlando con loro, facendo domande e lasciando centinaia di biglietti con i loro commenti. Questi biglietti, gelosamente conservati e custoditi, rappresentano un capitale umano che merita rispetto e gratitudine e sono stati anche la spinta, forse decisiva, nella scelta di questa strada nuova.

A Gianluca Foglia “Fogliazza”, a Emanuele Cappa, a Nicola Casalini e Stefano Melone, agli amici e compagni di Genova che saranno “complici” graditi di questa nuova strada un abbraccio e un grazie. Alla Sezione ANPI-ATM di Milano, di cui sento il privilegio e l’orgoglio di fare parte, dico solo che abbiamo scelto la strada giusta. Non sarà facile, ma noi non abbiamo mai scelto nulla di facile e di questo dobbiamo essere fieri, perché siamo fatti così e così si va avanti, tutti insieme.

La voce e la penna narrante, l’autore dei testi:

“Fogliazza” è Gianluca Foglia – Nato a Parma nel 1971 dove vive e lavora. Dopo anni di fabbrica oggi è autore e narratore teatrale, illustratore, fumettista, blogger per Il Fatto Quotidiano, vignettista e autore satirico. Da anni impegnato nel Teatro Civile con progetti sulla memoria e in particolare sulla Resistenza tra i quali nel 2008 “Memoria Indifferente – le Donne della Resistenza”, narrazione a fumetti dedicata alle Donne Partigiane (oltre 150 repliche su gran parte del territorio nazionale), nel 2012 “Ribelli come il Sole”, narrazione con musica e disegno dal vivo dedicata alle Barricate Antifasciste di Parma del 1922 e, nel 2014, “Officine Libertà – l’Onda della Madonnina” narrazione con musica e disegno dal vivo dedicata al grande sciopero dei tranvieri milanesi del marzo 1944. Nel 2016 lo spettacolo per bambini “C’è Una Volta”, narrazione con oggetti, disegno e musica dal vivo. Nel 2018 porta in scena la vita di Vittorio Arrigoni con lo spettacolo “Vittorio – Restiamo Umani”, narrazione con disegno e musica dal vivo. È sposato con Anna con la quale ha due figli: Jacopo e Nicolò.

Le musiche di:

Emanuele Cappa – Musicista, arrangiatore e compositore inizia lo studio del pianoforte nel 1983 al Conservatorio Arrigo Boito di Parma per poi passare alla chitarra nel 1987. Compone musica originale per numerosi spettacoli teatrali, da segnalare le collaborazioni con la regista Ilaria Gerbella (I Paraventi di Jean Genet – 2003) e Pino l’Abadessa (Canto per non dimenticare – 2011). Nel 2008 inizia il sodalizio artistico con Gianluca Foglia, componendo ed eseguendo dal vivo le musiche degli spettacoli: “Memoria Indifferente – le Donne della Resistenza”; nel 2012 “Ribelli come il Sole; nel 2014 “Officine Libertà – l’Onda della Madonnina”; nel 2016 lo spettacolo per bambini “C’è una volta”, nel 2018 “Vittorio – Restiamo Umani” dedicato alla vita di Vittorio Arrigoni. Dal 2002 è docente di chitarra Jazz nelle Scuole “Estudiantina” e “Araldi” di Casalmaggiore (CR).

Stefano Melone – Musicista, produttore artistico e ingegnere del suono, a fianco dell’attività artistica si occupa di tecnologie e supporti informatici in ambito musicale e teatrale. Ha collaborato e collabora come musicista, arrangiatore, produttore e compositore con alcuni dei più noti artisti italiani e non solo: da Edoardo Bennato a Ivano Fossati (ininterrottamente per 14 anni), Fabrizio De André, Cristiano De André, Eros Ramazzotti, Fiorella Mannoia, Tosca, Pierangelo Bertoli, Miguel Bosè, Ron, GazNevada, Anna Oxa, Noa, Mara Redeghieri, Simona Colonna e tanti altri. Realizza ed arrangia dischi che ricevono premi e targhe Tenco (Tosca 1997 e Ivano Fossati 1996) e poi il Leone d’Argento al festival di Venezia con la colonna sonora del film “Il toro” (regia C. Mazzacurati, musiche di Ivano Fossati). Dal 2011 è Sound Engineer per il Cartagena Music Festival (festival internazionale di Musica Classica in Colombia ideato da Julia Salvi). È assistente informatico del dipartimento Ricerca Biologia Ambientale dell’Università di Urbino presso la sede di Pesaro. Nel 2018, per Cristiano De André ha prodotto e riarrangiato il disco “Storia di un impiegato” di Fabrizio De André (in occasione del 50°Anniversario delle contestazioni giovanili del 1968), seguendone le relative Tournée del 2018 e 2019 in veste di produttore artistico e arrangiatore.

Nicola Casalini – Dagli anni ‘90 si occupa di editoria, produzione, organizzazione, logistica e distribuzione di eventi culturali e musicali. Già membro della Cooperativa Culturale Lune Nuove di Parma con cui ha collaborato all’organizzazione di oltre di 500 eventi (musica, teatro, cinema, letteratura tra il 2003 e il 2010), tra cui nel 2007 lo storico concerto dei Deep Purple al Palasport di Parma. Nel 2008 ha ideato il progetto “Incontri con la Memoria” dedicato al Teatro Civile con il quale nel 2010 incontra ed inizia a collaborare con Gianluca Foglia, producendone tutti gli spettacoli. Dal 2010 al 2013 è stato direttore organizzativo di “TacaDancer – quando la trasgressione era ballare abbracciati”, festival itinerante dedicato alla Musica Popolare con oltre 250 concerti ed eventi; dal 2012 si occupa del management della cantautrice Mara Redeghieri (ex Ustmamò) e della distribuzione in esclusiva di tutti i suoi concerti. Nel 2016 è stato il direttore organizzativo della “Rassegna Internazionale di Arpa Viggianese” di Viggiano (PZ). Dal 2016 è l’ideatore e direttore artistico della Rassegna di musica jazz “Groovin’Check” di Reggio Emilia, e consulente artistico e tecnico del “Festival della Lentezza” di Colorno (PR), organizzato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Virtuosi. Dal 2020 si occupa del management della cantautrice e violoncellista Simona Colonna.

Maurizio Anelli (Sonda.life) -ilmegafono.org