Non è la prima volta che, su queste pagine, ci occupiamo della musica di Colin Clegg, un artista completo, valido, mosso da emozioni vere e dal piacere di fare musica. Avevamo già parlato del suo album “Summer and the fall” e quelle stupende tracce dal sapore folk ci colpirono positivamente. Adesso, Colin ci propone una nuova produzione discografica: “A day that never ends”.
Rispetto al precedente lavoro, gli intrecci degli strumenti sono più articolati, con gli andamenti più libertari tipici del folk che vengono sostituiti da qualcosa di maggiormente saldo e lineare, strutturando così un’ambientazione ragionata e che, allo stesso tempo, mette in mostra la volontà di Colin di produrre qualcosa di diverso rispetto al passato, magari anche ad una difficoltà di ascolto superiore per il suo pubblico.
Per quanto riguarda l’aspetto armonico, “A day that never ends” è invece simile a ciò che in passato abbiamo avuto il piacere di ascoltare dal nostro eclettico musicista: la parte che desta maggiore interesse è quella relativa alla melodia, in particolare quella solista, dove le atmosfere sonore sono molto più profonde e positive, tendendo addirittura verso qualcosa di stampo più classico con un violino che è spesso protagonista, elegante e sicuro.
Risalendo ad un livello d’analisi più generale, dal punto di vista dell’ambientazione la voce è quasi sempre tranquilla e delicata e accompagnata da una strumentazione che fa altrettanto, componendo così un contesto sonoro dentro il quale l’ascoltatore si trova a suo agio, lasciando scorrere le tracce e godendosi un clima disteso attraverso il quale apprezzare una musicalità piacevole, di qualità e (last but not least) ricca di emozioni.
Colin Clegg (che abbiamo avuto ospite nell’ultima puntata di “The Independence Play”) ci ha sorpreso ancora una volta, perché una produzione riuscita è un indizio, ma due sono una prova. Una prova della qualità di un musicista che consigliamo a qualunque tipologia di ascoltatore che abbia voglia di immergersi in qualcosa composto col solo piacere di fare musica.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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