L’inquinamento da plastica è diventato una piaga della nostra società, ma troppo spesso viene trascurato. Una questione ormai spinosa è quella che riguarda le buste monouso. Una nuova idea è quella proposta da EcorNaturaSì. Si tratta di sacchetti in poliestere, lavabili, traspiranti, che possono essere lavati e usati tantissime volte. Una novità estesa in tutto il territorio nazionale. L’obiettivo dell’azienda è quello di porsi come esempio per la grande distribuzione italiana, ma soprattutto lanciare un segnale ai due ministeri competenti, quello dell’Ambiente e quello della Sanità.

Dopo il divieto dei sacchetti di plastica monouso, infatti, la situazione si è inceppata, in quanto fino a questo momento non è prevista, per chi acquista frutta o verdura sfuse, la possibilità di usare shopper portati da casa. “I due ministeri dovrebbero promuovere il riutilizzo dei sacchetti nell’acquisto dell’ortofrutta – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, che ha promosso l’iniziativa di EcorNaturaSì -. Dovrebbero emanare una circolare che dica esplicitamente che i sacchetti si devono riutilizzare al massimo”.

Siccome il riuso nell’ambito dell’ortofrutta non è previsto da circolari e decreti ministeriali, quella di NaturaSì si può considerare un’iniziativa “fuori legge”. I dati Eurostat, però, parlano chiaro: il nostro è il settimo Paese produttore di rifiuti plastici in Europa e negli ultimi sedici anni la produzione pro capite è aumentata da 34,19 chili a 35,05 all’anno. Inoltre, a gettare altra legna sul fuoco, il rapporto Beach Litter di Legambiente, dal quale è emerso che il 31 per cento dei rifiuti censiti sulle spiagge italiane è stato creato per essere gettato immediatamente o poco dopo il suo utilizzo.

Nei paesi del Nord Europa i consumatori usano già le sportine riutilizzabili senza che questo abbia finora provocato alcuna epidemia. “È assurdo considerare i reparti di ortofrutta come delle sale chirurgiche, asettiche, iper igienizzate – continua il presidente Ciafani -. Non lo sono. E probabilmente non devono nemmeno esserlo, dato che l’eccesso di asetticità non fa bene alle nostre difese immunitarie. Inoltre, la frutta e la verdura comprate sfuse si lavano. Così come si lavano i sacchetti riutilizzabili, che nascono proprio per essere usati e lavati fino al loro consumo naturale”.

Il progetto di EcorNaturaSì potrebbe quindi essere l’inizio di un nuovo approccio alla spesa. Il presidente di Legambiente, infine, sostiene che a livello istituzionale la situazione potrebbe essere risolta grazie a una nota congiunta dei due ministri, in cui dicano esplicitamente che nei reparti dell’ortofrutta si devono usare prima le retine e i sacchetti riutilizzabili; in caso di dimenticanza, il sacchetto compostabile.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org