L’Unione Europea mette l’Italia in allerta: il nostro paese rischia di subire pesanti sanzioni per il mancato rispetto dei parametri comunitari in ambito di politiche ambientali. In particolare, sembrerebbe che alcuni Stati membri, tra cui l’Italia per l’appunto, abbiano registrato valori molto negativi sull’inquinamento dell’aria. La notizia giunge dalle pagine del quotidiano “Politico”, che rivela i comportamenti poco virtuosi anche di Germania, Spagna, Regno Unito e Francia, tra i membri più influenti dell’Unione Europea. Il commissario europeo per l’Ambiente, Karmenu Vella, ha dichiarato di voler prendere provvedimenti contro i paesi sotto accusa, responsabili di politiche poco adeguate.

Una notizia che potrebbe diventare la stoccata finale per la legislatura uscente, in particolare per il primo ministro Paolo Gentiloni e per il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Il commissario Vella ha invitato i ministri dell’Ambiente di ciascun paese a un incontro programmatico previsto per il 30 gennaio, durante il quale dovranno essere ridiscusse leggi e politiche sui temi ambientali.

Anche le associazioni ambientaliste si fanno sentire da tempo contro gli scarsi provvedimenti presi dal nostro Paese in fatto di inquinamento e ambiente. Da Greenpeace, ad esempio, si individua una falla progettuale nella creazione di reti sostenibili in fatto di trasporto pubblico, seguita da scarsa attenzione nei confronti dell’industria della mobilità a energia rinnovabile. L’Unione Europea, infatti, ha posto l’accento sulla quantità di biossido di azoto e particolato atmosferico, che derivano da carburanti e motori responsabili di sostanze nocive disperse nell’atmosfera. Non è un caso, infatti, che l’Italia sia ai primi posti in Europa per le morti causate da inquinamento atmosferico, con 90.000 decessi all’anno sui 487.600 totali.

Il particolato atmosferico sembrerebbe derivare soprattutto dalla combustione di biomassa, utilizzata soprattutto per il riscaldamento domestico, con particolare riferimento al pellet che produce particelle di due ordini superiori rispetto ai combustibili gassosi. Occorre, dunque, anche un controllo maggiore sulla produzione e combustione di biomasse, che, per quanto vantaggiose su certi versi, rischiano di appesantire ulteriormente l’aria che respiriamo. I provvedimenti dell’Unione Europea saranno probabilmente ereditati dalla prossima legislatura, quasi come uno stimolo a fare meglio nell’ottica di politiche ambientali più concrete e piani di sviluppo più sostenibili.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org