Se non lo avete ancora fatto, vi rimangono circa tre settimane per vedere la splendida mostra “Frida. Oltre il mito”, che, dal 1° febbraio scorso, è allestita presso il Mudec – Museo delle Culture di Milano e che chiuderà i battenti il prossimo 3 giugno. Da qualche anno a questa parte, le mostre di Frida Kahlo (1907-1954) sono molto frequenti, anche perché la bravissima pittrice messicana è ormai da tempo divenuta un vero e proprio simbolo dell’emancipazione femminile e della forza d’animo che ogni donna possiede. La sua immagine, vista la risposta positiva del pubblico, è stata sfruttata in ogni modo, con la Mattel che ha perfino realizzato una Barbie con le fattezze della celebre artista (la bambola è stata vietata in Messico).

“Casa azul”, nome della casa di Frida e Diego Rivera (si chiama così per il colore dei muri perimetrali), si trova ancor oggi in un sobborgo di Città del Messico, Coyoacàn, ed è divenuta museo dei due artisti nel 1958 per volere di Rivera, il quale la donò al popolo messicano ma non vide mai il compimento di quest’omaggio, essendo morto l’anno precedente all’apertura.

Diego Sileo, curatore della mostra milanese, garantisce che la sua è una mostra “di rottura” rispetto a tutte le altre proposte sull’argomento. Egli ha infatti scoperto l’archivio della “casa blu” nel 2007 e, grazie ai risultati della sua ricerca, ha cercato di delineare in questa esposizione una trama inedita intorno all’artista, proponendo nuove chiavi di lettura della vita e delle opere di Frida Kahlo.

I quadri provengono dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti collezioni dell’artista messicana esistenti al mondo, ma anche da autorevoli musei internazionali che prestano dei capolavori finora mai esposti nel nostro Paese. Per invogliare i milanesi ad entrare nel mondo di Frida (forse non ci sarebbe stato bisogno visto che i biglietti per visitare la mostra vanno a ruba), girano per Milano due motoape Piaggio personalizzate col volto di Frida Kahlo e con disegni dei fiori tanto cari all’artista, realizzati dalla mano della fumettista Vanna Vinci.

Queste motoape sono due piccoli bookshop su ruote chiamati “la tienda de Frida”. Si tratta del primo progetto di “retail” itinerante nella storia dei musei italiani. In occasione della mostra, il Mudec ha anche organizzato un organico ciclo di conferenze e spettacoli denominato “Messico al Mudec”, un vero e proprio viaggio alla scoperta del Messico e della sua cultura. Un programma fittissimo che di sicuro non deluderà il visitatore più esigente. Affrettatevi!

Angelo De Grande -ilmegafono.org