Negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli episodi di aggressione ai giornalisti. A dare l’allarme è la Federazione Nazionale Stampa Italiana nella figura di Alessandro Lorusso, segretario generale, che in un editoriale scritto per “Articolo 21” ha acceso i riflettori sul fenomeno che negli ultimi anni sta diventando insostenibile. La FNSI ha organizzato due eventi, uno (tenutosi il 25 aprile a Napoli) allo scopo di sensibilizzare le masse sulla precarietà e la pericolosità del lavoro di cronista, l’altro (che si terrà il 2 maggio a Roma) per ricordare i giornalisti vittime della mafia.

In un clima di esasperazione generale, non sono però solo i cronisti che si avvicinano alle associazioni criminali a subire violenze. È infatti notizia di attualità quella che ha riguardato Daniele Lupo, inviato di la7 per la trasmissione di “Non è l’Arena”, il quale è stato schiaffeggiato dall’ex ministro Mario Landolfi. Il politico (nonché giornalista!) di origini napoletane, ex MSI e AN, poi defluito nell’allora Popolo Della Libertà, invitato a comparire proprio in studio per effettuare le sue scuse, ha fatto un passo indietro e due in avanti. Perché, se da una parte ha definito più volte il suo gesto “esecrabile”,  ha poi successivamente aggiunto che il gesto compiuto “potrebbe aprire una riflessione su un certo modo di fare giornalismo”, quasi a voler giustificare la sua violenza con l’insistenza del giornalista.

Quest’anno sono già più di 70 i casi di minacce ai danni dei giornalisti e, negli ultimi 4 anni, questo numero ha sempre superato la cifra impressionante di 400. I dati appena elencati sono forniti dall’associazione “Ossigeno per l’informazione”, nata nel 2007 per tutelare i giornalisti vittime di violenza fisica e/o verbale. L’osservatorio, che dal 2012 è diventato una ONLUS iscritta al registro del volontariato della regione Lazio e che dal 2014 collabora come consulente con la Commissione Parlamentare Antimafia, è ad oggi uno dei principali baluardi a difesa dei giornalisti vittime di aggressioni fisiche che quest’anno sono già a 22.

Dopo la famigerata testata di Roberto Spada ai danni di Daniele Piervincenzi, andata in onda a novembre scorso su Raidue durante la trasmissione “Nemo”, Ostia è tornata d’attualità sul tema. La scorsa settimana infatti l’inviato della trasmissione “Report”, Giorgio Mottola, è stato minacciato dal presidente della Federbalneari di Ostia mentre indagava sull’abuso edilizio di alcuni stabilimenti balneari del litorale.

Insomma il problema è serio. Se la settimana scorsa abbiamo espresso solidarietà a Paolo Borrometi, ai danni del quale è stato sventato un attentato criminale, questa settimana la prospettiva è diversa. Perché la violenza è sempre condannabile ma quando non è il criminale abituale a perpetrarla ma sono i rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero essere d’esempio per i cittadini, nel linguaggio e nei gesti, allora il problema diventa culturale.

Nell’ultimo periodo sembra che ci si possa prendere qualunque libertà nei confronti di chi fa domande e cerca di svolgere il proprio mestiere. Da lodare invece l’iniziativa di Lupo che ha deciso di “farla pagare” a Landolfi, il quale devolverà il risarcimento che avrebbe dovuto pagare al giornalista per l’aggressione ad un fondo per la tutela dei giornalisti minacciati. Un bel gesto di libertà per chi ha la sfortuna di avere meno visibilità.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org