L’ultima notizia che riguarda il noto studioso musulmano Tariq Ramadan risale a pochi giorni fa e parla di un accordo preso tra il professore e Majda Bernoussi, cittadina belga di origini marocchine, la quale avrebbe concordato una cifra di 27 mila euro per ritirare vecchie pubblicazioni sul web e non svelare più pubblicamente (sui social network) i particolari di un legame molto burrascoso che aveva avuto con il professore. La notizia è confermata da Luc Hennart, presidente di primo grado del tribunale di Bruxelles. I titoli dei giornali, specie quelli in lingua francese, parlano di “27 mila euro per il silenzio di una donna”. Verrebbe da dire che non è un approccio esattamente edificante per capire a fondo un susseguirsi di fatti già di per sé poco chiari.

Le origini di quest’ambigua vicenda che vede coinvolto Ramadan, docente di “Studi islamici contemporanei” all’Università di Oxford e stimato scrittore e intellettuale musulmano, risalgono a ottobre dello scorso anno, quando sulla scia delle denunce contro il produttore cinematografico Harvey Weinstein, Henda Ayari – attivista femminista francese – denuncia il professor Ramadan alla procura di Parigi raccontando una presunta violenza sessuale avvenuta in una stanza d’hotel. A distanza di pochi giorni dalla prima, si aggiunge una seconda denuncia, stavolta anonima, con la stessa accusa di violenza avvenuta, secondo la presunta vittima, in un hotel a Lione e risalente al 2009.

Ai primi di novembre, in seguito ad una decisione presa di comune accordo con l’Università di Oxford, l’incarico del professor Ramadan viene sospeso. Circa tre mesi dopo le denunce – lo scorso 31 gennaio – Tariq Ramadan, di fatto cittadino svizzero, si reca a Parigi dando seguito alla convocazione della Polizia per chiarire la sua posizione. Viene posto in stato di fermo e interrogato per due giorni, dopodiché viene ufficialmente arrestato e portato in carcere. Nel frattempo – circa un mese fa – spunta una terza denuncia da parte di una donna che ha espresso la volontà di mantenere l’anonimato e che dichiara di aver subito violenze in più occasioni tra il 2013 e il 2014 in diversi hotel. Il professore ha sin dall’inizio respinto tutte le accuse e sarebbe auspicabile che la giustizia riuscisse a fare luce prima possibile sul caso Ramadan.

Non per altro, ma a quanto pare il professore si trova in uno stato di salute molto precario. E di questa sua condizione poco si sapeva, pubblicamente, prima del suo arresto. È dal 16 febbraio che Tariq Ramadan è stato trasferito dal carcere in un ospedale di Parigi. Secondo alcune fonti, l’ultima visita a Ramadan da parte di un diplomatico svizzero risale a fine marzo e il console in questione sarebbe rimasto molto scioccato nel vedere il suo concittadino in un simile stato di salute.

A Tariq Ramadan è stata diagnosticata in precedenza la sclerosi multipla. Senza adeguate terapie, le sue condizioni potrebbero subire un peggioramento molto drastico e veloce. Tant’è che ora si trova in una sedia a rotelle. Pochi giorni fa, in occasione di una delle più grandi manifestazioni musulmane d’Europa, tenutasi presso il Parco delle Esposizioni di Bourget, Amar Lasfar – il presidente di Musulmans de France (ex UOIF) – ricorda la vicenda di Tariq Ramadan e parla di linciaggio mediatico nei suoi confronti.

Certo è che anche il modus operandi che le autorità francesi hanno avuto nei suoi confronti potrebbe apparire alquanto discutibile. La detenzione preventiva di Ramadan in regime di isolamento avrebbe poche argomentazioni a favore. La presunzione d’innocenza, poi, dovrebbe essere un diritto universalmente valido.

AdrenAlina -ilmegafono.org