La poesia e la musica sono da sempre indissolubilmente legate. Ogni poesia, quando la ripetiamo a mente o a voce, conserva infatti una musicalità intrinseca, che può anche non essere udibile ma c’è, esiste e comunica. Un po’ come avviene per il silenzio, dentro cui, come diceva John Cage, c’è sempre qualcosa da ascoltare. L’artista che vi presentiamo oggi si chiama Leonardo Gallato, è un autore e cantautore siciliano e conosce bene il significato delle parole in versi e il valore del silenzio al quale in passato ha dedicato una raccolta di poesie. Raccolta che si è poi sviluppata musicalmente, fino a dar vita a un disco, dal titolo eloquente: “Tacet” (di cui abbiamo parlato in anteprima con lo stesso Leonardo nel corso della puntata di “The Independence Play”, sulla nostra radio).
Undici tracce che esprimono la profondità della parola poetica, del suo movimento, del suo intreccio con una struttura musicale solida, nella quale si rintracciano sonorità diverse e contaminazioni raffinate. “Tacet” è un disco che scorre dentro un susseguirsi di stati d’animo, di emozioni, con una linea melodica che comprende i tratti tipici della migliore canzone d’autore, per poi spaziare e attraversare generi diversi, come il rock, jazz, il blues, il soul o mischiarsi a suoni orientali (come le tonalità arabeggianti del brano strumentale Moire).
Il concept con il quale è stato costruito l’album è intelligente, complesso, profondo e ha come protagonista il dialetto siciliano, le sue inflessioni, le sue parole dai significati molteplici. Ogni traccia dipinge una storia, ci suggerisce scenari ed epoche differenti, con la voce avvolgente di Gallato che si muove armonicamente dentro la struttura compositiva. Tutto è perfettamente orchestrato, pulito, ben incastrato.
Gli strumenti ci conquistano, ci offrono un mare limpido nel quale si incontrano suoni differenti e tutti magicamente avvincenti, come i riff più duri di chitarra (come ad esempio in Vientu), le distorsioni che appaiono improvvise (come in Canzuni pi Giuda ‘Scariota), i sassofoni vivaci o struggenti (stupendi in Comu ‘ntauru â mattanza), i giri di basso, la batteria (protagonista assoluta in ‘Nto puzzu) le pause, i tacet appunto che lasciano spazio a un silenzio mai immobile, mai sterile.
Quello di Leonardo Gallato è un album di altissimo livello, che riesce ad emozionare, sa di poesia, di storia, di vita, è fortemente e romanticamente siciliano ma riesce, con la sua musica multiforme e sconfinata, a raggiungere tutti, a toccare gli approdi più lontani. Un disco che ci ha colpito, ci ha accarezzato l’anima, ci ha coccolato con la sua musica, con le sue strofe e con le sue contaminazioni. Lo consigliamo, a chi ama la musica d’autore e soprattutto a chi cerca un po’ di poesia in un mondo di stridente aridità.
FrankaZappa -ilmegafono.org
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