Ogni volta la stessa storia. Quando c’è da fare la campagna elettorale emerge il peggio di questo Paese. Si crea quella centrifuga che mescola tutto e tira fuori gli orrori. La classifica del peggio sarebbe ben lunga e ne daremo completa relazione, prossimamente, in una puntata ad hoc della trasmissione “Megafono Point” sulla nostra radio, ma intanto vogliamo segnalare alcune perle sin qui pervenute.

Gran clamore ha suscitato la Meloni, la quale difende la famiglia tradizionale in un cartellone. Proprio lei che una famiglia tradizionale, purtroppo o per fortuna, non ce l’ha. Spaventa i moderati, invece, Matteo Salvini che, in uno slancio di autostima e boria, lancia “Vinci Salvini”. Sorta di concorso a premi per il click più veloce sulla pagina del candidato leghista. Purtroppo non si vincono prosciutti o caciotte, ma solo un caffè con il barbudo Matteo milanese, campione di strumentalizzazione, colui che sottolinea che il problema non sia il fascismo ma l’immigrazione.

Sale sul palco anche l’immancabile Matteo Renzi, grazie allo scatenatissimo staff della pagina facebook “Matteo Renzi news”. Con un tono tra il “Lercio” e i lucidi del doposcuola parrocchiale, ci viene raccontata una realtà retorica tipica dello stile del fiorentino. Memorabile (e imbarazzante, oltre che sgrammaticata) la sottolineatura dello studente che, grazie al bonus di 500 euro dato dal governo ai giovani da spendere in cultura, può finalmente andare a un concerto di…Laura Pausini! Giuriamo che non si tratta di una bufala.

In tutto questo, poteva mancare il cavalier Silvio? Certo che no. Ormai completamente riabilitato, dimenticate leggi ad personam, nipoti di Mubarak, condoni e crisi finanziarie, passata una mano di cerone e trucco su viso e capelli, entra subito in clima campagna elettorale. Troppi gli spunti che ci offre, tra i quali vale la pena sottolineare: il ritorno nostalgico del contratto con gli italiani (serve ribadire che non ha alcun valore legale?), la dichiarazione “sono come il vino, invecchiando miglioro” e, infine, l’autocelebrazione come Mago Silvio.

(Si premette adesso che quanto segue può offendere gli animi surriscaldati dei dispensatori di offese da tastiera).

Nulla comunque di cui rallegrarsi, insomma, perché il circo che vediamo rappresentato non fa altro che rispecchiare la nostra società. “Sono tutti uguali”, lo ripetiamo da tempo, andrebbe riferito a noi. Allora ha ragione chi scrive che “non vi si corrobora il sospetto che questi politici abbiano gli elettori che si meritano?”. Ma la relazione è biunivoca.

Penna Bianca -ilmegafono.org