Che le temperature stessero aumentando vertiginosamente negli ultimi anni è cosa nota, così come tutti i danni e le conseguenze disastrose che esse possono portare. Ma c’è dell’altro. Secondo uno studio pubblicato sul magazine scientifico “Nature Climate Change”, entro il 2100 oltre il 74% della popolazione mondiale potrebbe essere vittima o subire danni a causa delle ondate di calore reiterate per giorni. Un allarme sempre più concreto, visto che si prevedono temperature in forte aumento entro le prossime settimane, con picchi superiori ai 40 gradi.

Lo studio in questione ha preso in analisi fenomeni atmosferici verificatisi nell’arco di tempo compreso tra il 1980 e il 2014, episodi ai quali sono state dedicate pagine accademiche e articoli, approfondimenti e reportage. I 911 documenti analizzati in totale evidenziano tutte quelle regioni, ampie o più ristrette, in cui si sono verificati danni alle persone, talvolta anche morti, a causa delle ondate di caldo, e i dati emersi sono sorprendenti e preoccupanti.

Gli studi dimostrano che oltre il 30% della popolazione è stato colpito per almeno venti giorni l’anno da fenomeni provocati dalle alte temperature e la maggioranza degli episodi negativi si è verificata alle medie latitudini. Si ricordano, tra i più eclatanti, le 4900 vittime a Parigi nel 2003, gli oltre 10800 individui colpiti a Mosca e altri casi sparsi a macchia di leopardo tra l’Europa e il Nord America. Secondo gli esperti, senza un reale cambiamento degli stili di vita, oltre che a una drastica diminuzione delle emissioni dei gas serra, il fenomeno diventerà sempre più grave, arrivando a colpire più di tre quarti della popolazione mondiale. In condizioni di maggiore controllo delle emissioni, si calcolano invece danni per il 48% della popolazione mondiale.

Le ondate di caldo o di calore si verificano quando le alte temperature persistono per giorni interi, creando un mix letale di umidità, gas serra, mancanza di ricambio d’aria e scarsa ventilazione, tutti parametri molto difficili da controllare e prevedere. In tali condizioni, il corpo umano fa fatica a svolgere diverse funzioni vitali, come il trasporto dell’ossigeno nel sangue. Per i soggetti colpiti da particolari patologie si tratta di un problema tangibile e reale, qualcosa che va oltre il rapporto con l’ambiente e l’ecosistema.

Inoltre, sempre secondo lo studio di Nature, le ondate di caldo provocano anche insonnia: si calcola che entro il 2100, il 50% degli americani potrebbe vivere almeno quattordici notti insonni al mese, una cifra preoccupante per la salute e per le quotidiane attività fisiologiche. Se neanche la salute dei cittadini basta a far risuonare l’allarme, aspettiamo la prossima sciagura per far risvegliare le coscienze internazionali.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org