La musica non conosce confini ed è spesso il linguaggio di pace che aiuta la speranza a non venir meno, anche quando la vita è fatta di spostamenti continui, di resistenza. Questo sembra raccontarci, con la sua storia, Bombino, giovane musicista originario del Niger e pastore nel deserto di Tripoli, nomade e combattente. La sua musica è una sorta di preghiera che fa da colonna sonora ai continui spostamenti della sua tribù e alla loro lotta per i diritti in Niger, contro il colonialismo e il fondamentalismo islamico.

La sua figura viene raccontata nell’ambito di un documentario sui Tuareg, girato da Ron Wyman nel 2009. Lo stesso regista, che aveva ascoltato per caso, durante un viaggio ad Agadez (Niger), una audiocassetta di Bombino, lo ha poi cercato per oltre un anno, prima di trovarlo e incontrarlo a Ouagadougou (Burkina Faso), dove il musicista era in esilio. Nasce così una collaborazione che porta Wyman a produrre, nel 2011, il primo album da solista di Bombino, dal titolo “Agadez”.

La musica di Bombino, che ha iniziato suonando uno strumento abbandonato da suoi parenti ribelli, riassume, con eleganza ed estrema bellezza, i ritmi ipnotici delle tribù Tuareg, la tenacia e l’armonia della natura. La fantasia, la pulizia e la qualità dei suoi assoli ricordano inevitabilmente il miglior Jimmy Hendrix, conosciuto per caso durante l’adolescenza, grazie ad alcuni suoi amici in Libia e Algeria.

Con il suo secondo album, “Nomad”, uscito nel 2013, si è fatto conoscere in tutto il mondo, portando il magazine Rolling Stones e il New York Times a celebrarlo come rivelazione nel mondo musicale. Forse con quest’ultimo lavoro, prodotto da Dan Auerbach e dai The Black Keys, ha perso un po’ di magia ed essenzialità, ma ne ha guadagnato sotto altri aspetti. Se, infatti, da un lato ha smarrito un po’ della sua intimità, dall’altro il suo blues afro, con sconfinamenti nel reggae e perfino nel rock, è diventato più ricco e corale.

Ad ogni modo, restano perfettamente intatte la sua maestria e il suo carisma. Da due anni, Bombino continua il suo tour mondiale, che lo fa essere ancora nomade sul palco e, allo stesso tempo, lo rende portatore di quel messaggio di pace e speranza che canta in ogni suo testo, affidandosi a una musica che inevitabilmente fa battere i piedi e le mani.

FrankaZappa –ilmegafono.org