Per un musicista è di fondamentale importanza seguire lo stile che predilige, indipendentemente dalle case discografiche o dalle richieste del pubblico internazionale; tante band emergenti hanno seguito questa tesi e si sono affermati nel loro genere. Un esempio, direttamente dall’Olanda, sono i Labasheeda.  La band di Amsterdam, nonostante si sia formata solamente nel 2006, può già vantare all’attivo alcuni lavori discografici, l’ultimo dei quali è recentemente uscito e sarà proposto live anche in Italia, a Prato, il 22 settembre prossimo. Nelle loro composizioni si sentono influenze grunge, noise, punk, tutte tendenti ad un rock sperimentale. Un genere che, nonostante non abbia un numero elevatissimo di ammiratori, risulta essere molto interessante e sul quale ci si può lavorare affinché possa essere definito e sviluppato ulteriormente.

Interessante risulta essere anche il loro ultimo album, intitolato “Castfat Shadows”, composto da 14 inediti durante i quali si alternano, con varietà, ritmi e armonie, quasi sempre tendenti al dissonante, come è classico nel noise-rock. L’album presenta anche canzoni molto calme, con andamenti molto soft, come Detective Song o Light Blind Dark Intentions, davvero apprezzabili, che ricordano, sia in termini musicali che vocali, con i dovuti paragoni, lo stile dei Cranberries. Molto bella è anche Double Exposure, dove viene proposto un insolito e notevole uso del violino, che segue anch’esso melodie dissonanti e viene riadattato benissimo ad un genere che non lo vedrebbe certamente in primo piano.

Dal lato un po’ più energico invece meritano una citazione Castfat Shadows, che dà anche il nome all’album, Cars e On Tippy Toes: composizioni molto più ritmate delle precedenti, dove si percepisce con più chiarezza la vena artistica della band olandese. Anche il resto delle composizioni, nell’ambito del genere ricoperto dai Labasheeda, risultano essere apprezzabili, eccetto per qualche eccessiva distorsione musicale o vocale e per delle carenze tecniche presenti in alcuni passaggi. Tutto sommato “Castfat Shadows” risulta essere un buon lavoro che consigliamo, a tutti i lettori amanti del genere, di ascoltare dal vivo durante il percorso italiano della band.

Manuele Foti –ilmegafono.org