Mentre l’attenzione della maggior parte del pubblico è incentrata sui vari reality show musicali, sulle varie star che nascono da questi programmi e che prontamente, quasi sempre, dopo un paio di anni cadono nel dimenticatoio, la nostra musica nazionale registra la conclusione di un lavoro discografico di alto livello artistico. Il 29 novembre scorso è infatti uscito in tutti i negozi di musica l’ultimo album di Adriano Celentano, l’ennesimo lavoro dell’irriducibile star della musica italiana, della vera musica italiana.
Il cantante, regista, attore e conduttore televisivo è arrivato alla sua quarantesima pubblicazione in carriera; quest’ultima si intitolerà “Facciamo finta che sia vero” ed è composta da una tracklist di 9 inediti. Instancabile, sempre sensibile verso i problemi del nostro paese, l’Adriano nazionale ha sfornato ancora un lavoro di alta qualità musicale. La ricchezza artistica che troviamo nelle varie canzoni è amplificata anche dalla partecipazione a questo lavoro di personaggi illustri della musica italiana, come Battiato e Jovanotti, solo per citarne un paio.
I ritmi e lo stile dell’album sono vari; non mancano canzoni in pieno stile “Celentano” come Ti penso e il mondo cambia, a sfondo romantico. Ci sono canzoni pure più movimentate come La cumbia che ti cambia, su testo e musica di Jovanotti, oppure come Non so più che fare, composto con la collaborazione di Manu Chao.
Tuttavia il vero capolavoro musicale della tracklist è la canzone che eredita il nome dell’album, ovvero Facciamo finta che sia vero: una canzone che presenta un testo chiaramente riferito alla situazione politica e sociale attuale, una sorta di richiamo agli ideali patriottici; a nostro avviso è lodevole trattare argomenti e problemi che ci accomunano in questo difficile momento, ma forse questo testo tende a sminuire i riferimenti alla musica classica, i cori e le invenzioni musicali con i quali il duetto Celentano-Battiato è riuscito ad adornare questa bellissima canzone. Insomma, forse la buona musica andrebbe allontanata un po’ dalla politica.
Tralasciando questa piccola osservazione, l’album rimane comunque un lavoro eccelso, di grande valore, composto da un grande artista con la collaborazione di altri grandi artisti. A nostro parere andrebbe ascoltato per ampliare i propri orizzonti musicali e per discostare l’attenzione dalla solita musica commerciale che ci viene proposta quotidianamente dai media.
Manuele Foti – ilmegafono.org
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