Negli ultimi anni la musica italiana ha subito un processo di evoluzione che ha accantonato una recente tradizione pop da talent show, sostituendola con una nuova generazione di cantautori, differenti per concezione artistica da quelli anni ‘70 e ‘80, ma che si focalizzano allo stesso modo nel rappresentare un’emozione attraverso la musica, nel trasmettere un messaggio che sia più profondo e riflessivo per chi lo ascolta. Pattoni, cantautore biellese, è uno di loro e in questo articolo abbiamo il piacere di parlarvi della sua musica attraverso la sua produzione discografica d’esordio.

Lo scorso 10 marzo è infatti uscito il suo primo album, intitolato “Oceano, ora”. Un disco che è effettivamente un oceano di emozioni e sentimenti messi in musica, precisamente dentro nove tracce, due delle quali del tutto strumentali. “Oceano, ora” è un groviglio di gioie e dolori che talvolta si mischiano anche dentro la medesima traccia e che si manifestano quasi poeticamente attraverso quel cantautorato indie che ricorda molto Brunori Sas o Calcutta, per fare due esempi.

Nonostante il soggetto principale sia quasi sempre la bella e coinvolgente voce di Pattoni (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”), anche la parte musicale risulta interessante. Ogni accordo, ogni giro di arpeggi, ogni sfumatura sonora dà l’impressione di essere esattamente ciò che serve in quel preciso istante, di essere essenziale nel ruolo che gli è stato conferito in quell’esatto momento.

Un ruolo che viene interpretato benissimo da tutte le armonie e melodie chiamate in causa lungo “Oceano, ora”, conferendo così all’intera produzione un equilibrio, un’intensità e un livello di qualità cantautorale che sorprendono considerando che si tratta di un esordio. Siamo sicuri che di questo artista e della sua musica sentiremo ancora parlare.

Manuele Foti -ilmegafono.org

 

La copertina dell’album “Oceano, ora”