Ci sono personaggi che non sanno vivere fuori dalla musica. I vecchi più o meno in naftalina non ce la fanno proprio a staccare la propria spina. La gente, la musica, ce l’hanno ormai in ogni singola cellula del corpo. Toglietele e moriranno. Giorgio Canali è uno di questi. Per spiegare il suo corsus honorum è necessario, ma non sufficiente, un nome: CCCP. Un’icona, un simbolo, un progetto, una storia. Giovanni Lindo Ferretti e Giorgio Canali che ti portano il punk in Italia, te lo spiattellano anche in Rai, ti buttano là atmosfere cupe, pezzi costruiti con un’intelligenza tale da ottenere l’attenzione del sommo architetto Battiato (ascoltatevi la cover di E ti vengo a cercare dei CSI).

Interessante come i due si siamo separati. Ferretti per abbandonare la musica di un tempo ha avuto bisogno di una crisi mistica, Canali semplicemente non ce l’ha fatta. Adesso suona con i Rossofuoco, scopre gente del calibro di Vasco Brondi e fa dei gran pezzi. L’ultimo album è del 2009, “Nostra signora della dinamite”, prodotto da La tempesta, la casa discografica indipendente di Enrico Molteni, bassista dei TARM. Il sound è un bel rock ben studiato, quello che fa l’amore col blues e il pop. I testi restano lugubri come un tempo, luce artificiale che filtra attraverso dense nubi padane.

Prendiamo Nuvole senza Messico: “E chissà quando guarirà questo cuore anoressico, condannato per l’eternità a girare in tondo, in tondo, in tondo, in tondo; che risposte ci suggerirà questo vento dislessico che porta con sé solo nuvole, nuvole, nuvole senza Messico e che voglia di piangere ho”. Ma c’è anche grandissima poesia, viscerale e alta, in un connubio che è il groppo alla gola che ti prende. Lezioni di poesia è un capolavoro. Il testo racchiude una miriade di sensazioni e la resa è eccelsa.

“Sento la luna ululare, lo fa, a volte lo fa quando vede me. Trafitto da un raggio di luna al centro di questo mio universo personale nemmeno qui riesco a non pensare a te. Osservo i missili intercontinentali migrare, il mondo degli altri che si distrugge da sé. E se anche posso vivere senza questo cielo e questo mare, che fatica vivere senza di te”.

Sicuramente, dietro Giorgio Canali c’è un genio musicale limpido. Non poteva trovare nome migliore per la band di musicisti di livello che lo accompagna. Rosso fuoco, il colore di tutto, il colore della nascita, della vita, della morte e dell’amore. Ma anche fuoco, quello che brucia perché lo senti dentro, anche fisicamente. Questa è la parte più alta della musica: cuoce dentro e brucia fuori.

Penna Bianca –ilmegafono.org