Le condizioni deprecabili dei beni culturali siciliani sono risapute, ma negli ultimi anni la situazione è nettamente peggiorata. I siti di interesse, anche quelli “Patrimonio dell′Umanità”, si trovano a fare i conti con una grande penuria di risorse economiche e con piani paesagistici folli. Inoltre, spesso le risorse vengono utilizzate per pagare “i custodi”, misteriose figure senza alcuna conoscenza dei beni che custodiscono, inseriti con giochi di potere nel seno dell′amministrazione pubblica in cambio di un pugno di voti. Il caso più eclatante, e qui scadiamo nel ridicolo, è quello del sito archeologico di Ravanusa, in cui l′unico visitatore di quest′anno è stato accolto da dieci custodi!

Questa situazione è aggravata dalla scarsa manutenzione: i custodi non sono pagati per togliere le erbacce e il guano, per questo ci sono figure apposite, come il giardiniere e lo spazzino. Tutte queste figure, che pesano sul bilancio e non producono, potrebbero essere sostituite quasi del tutto: se si impiegassero le figure professionali adeguate, i danni ai beni sarebbero ridotti, non si dovrebbe intervenire con il restauro e le casse della Regione soffrirebbero di meno. Inoltre, l′afflusso dei turisti è calato negli ultimi anni probabilmente a causa della mancanza di infrastrutture che permettano ai visitatori europei di sentirsi a loro agio.

Non esiste zona in Europa dove non vi sia ancora un sistema ferroviario all′avanguardia che permetta lo spostamento tra le varie città e i vari siti “Patrimonio dell′Umanità”; l′umanità non riesce a muoversi in Sicilia, i bus sono pochi e non coprono tutto il territorio se non a costo di lunghissimi viaggi, lo stesso vale per i treni. L′unica speranza che ha il turista è affittare un auto per spostarsi. Quindi, a causa della mancanza di infrastrutture di base, il visitatore di quest′isola “civile e democratica”, venuto per i prezzi vantaggiosi e gli stupendi paesaggi che quest′isola del sole propone, si trova obligato ad affrontare i costi dell′affitto di un mezzo e del relativo carburante. Se consideriamo le condizioni delle strade siciliane, comprenderete bene perché i turisti scarseggiano.

In questo grave momento di mala gestione e gravi problemi economici, Legambiente Sicilia e Salvalarte Sicilia lanciano SOS Heritage e chiamano i cittadini a denunciare, inviando una fotografia correlata da una descrizione di qualche riga, lo stato dei beni che li circondano, in mezzo ai quali vivono: i siti archeologici, i musei, i palazzi storici, ogni monumento che soffre. È un′iniziativa che tende a responsabilizzare il cittadino, che parte dal basso. Siamo noi che dobbiamo dimostrare interesse per il nostro patrimonio per evitare che venga distrutto e quindi vi esortiamo ad approfittare di questa occasione, anzi di prenderla al volo ed iniziare a raccontare ciò che vi sta a cuore, com′è adesso e come vorremmo che fosse.

Inviate la foto, correlata da una descrizione di massimo 8 righe, a salvalartesicilia@libero.it. Le foto saranno poi pubblicate sul sito di Salvalarte Sicilia

Dopo la prima black list pubblicata a maggio, a fine giugno è uscita la seconda e altri dieci siti siciliani a rischio sono usciti allo scoperto. Gianfranco Zanna, responsabile dei Beni Culturali di Legambiente Sicilia promette che ogni mese una nuova lista di siti a rischio verrà resa pubblica: “L’obiettivo è puntare i riflettori sul disastroso stato dei beni culturali in Sicilia”, afferma lo stesso Zanna, e questo avverrà anche grazie a noi, ricordatelo! Speriamo che quest′iniziativa porti davvero ad un concreto cambiamento.

Angelo De Grande -ilmegafono.org