C’è un tipo di musica che ciascuno conosce ma tiene per sé. Quella cantautoriale. Seria ma scherzosa, senza perdere il suo sguardo lungo sulla società. Quella pascoliana di campagna, di mare e se vogliamo delle altre pseudo sciocchezze che bene o male hanno condizionato la vita di gran parte d’Italia. Forse questa è anche quella più vicina allo spirito nazionalpopolare. Come le ballate di Gaetano o il teatro sarcastico del genio Gaber. Ma oggi si riscopre. Si reinventa attraverso Brunori Sas. Dario Brunori, dalla provincia di Cosenza. Baffo folto e capello alla moda ma non troppo.

Per non perdere quel suo gusto che sa di antico ma sa vedere con gi occhi del presente. Il suo album omonimo è veramente un gran bel lavoro. È un attimo immedesimarsi e farsi trascinare dalla sua musica semplice genuina, come le lasagne della nonna. La ballata Paolo è un colpo da maestro: malinconica, struggente ma non lacrimosa. Paolo è persona semplice “che non sa chi governerà ma vuole un amore”.

“Paolo non lo sa per chi voterà sa soltanto che vuole una moglie che gli scaldi la minestra a cena, che gli tenga in ordine la casa e prega Dio e Padre Pio che prima o poi lo ascolterà”. Quei personaggi di provincia del proletariato di un tempo. Ma c’è anche l’imprenditore, quello del paese che si è fatto il suo minisuccesso e che, mentre lavora tutto il giorno, invidia i suoi compari al bar a giocare a carte. In Italian dandy, il ragazzino-adolescente-giovane sogna con i suoi libri francesi un idilliaco mondo decadente con l’animo di un provinciale.

E sembra proprio di fare un viaggio nel nostro passato. Quello che condividiamo tutti, bene o male. La normalità accettata con una certa rassegnazione, cercando di ricordarne gli aspetti più infimi. “La mia non è una vita speciale ed è per questo che la voglio cantare” dice sulla chitarra di Nanà. Questo album profuma del sudore di tante partite di pallone nei cortili dei palazzi, di scorribande in vespa, di amori nati e morti in una notte d’agosto.

La sua voce un po’ roca da neourlatore è un invito a cantare le sue canzoni a squarciagola con gli amici sulla spiaggia. Brunori Sas ha avuto anche un importante riconoscimento. Infatti, il suo primo album, “Brunori Sas – Vol.1”, si è aggiudicato il Premio Ciampi nel 2009 come miglior disco d’esordio. Un album che è la fotografia perfetta di un’Italia anni ’90, quella di chi la storia non l’ha scritta ma l’ha studiata sui libri di scuola, bambino, di fronte ai mondiali del 1982.

Penna Bianca -ilmegafono.org