L’Emilia e la Romagna sono le culle della cultura musicale italiana degli ultimi 20 anni buoni. Di esempi ce ne sono a bizzeffe: per questa settimana scegliamo un gruppo chicca dal nostro speciale scaffale multimediale. Il nome sa già di esotico: I Giardini di Mirò, di Cavriago come Orietta Berti. Con tutto il rispetto per la signora, di acqua sotto la barca che va ne è passata a miliardi di litri e i tempi sono cambiati. Già dal loro album di esordio del 1995. Sì, perché il gruppo è attivo da ormai 16 anni con 4 album di inediti alle spalle ed uno in programma. Inutile dire che fanno parte della scena indie-rock.
Una scena sempre più variegata, che approfondiamo in queste righe. Ma quello che ci importa è scoprire questo gruppo molto diverso. L’olfatto ci porta sulle orme dei Death Cab For Cutie, del post rock inglese, ma… Ovviamente c’è sempre un ma. L’atmosfera è molto più intima e vicina. Saranno quelle ventate fredde un po’ CCCP che tanto ci ricordano la piana in un ottobre piovoso con il tergicristallo che prova a farti vedere a 50 metri. Freddi ma nostri, nonostante cantino in un inglese perfetto. Prendiamo il loro penultimo album studio, “Dividing Opinions”.
La title track è subito la prima. Dividing opinions ti lascia qualcosa in sospeso, come la macchina che ti passa a fianco con quella canzone che conosci ma non riconosci e quando stai per afferrarla è già troppo lontana. Un lampo con quel suono ripetitivo e lento, una lena che sa di disperazione, “dividing opinions all we are”. Cold perfection ci trascina in un’atmosfera più cupa, di quelle da film con le case innevate e il personaggio perso nella tempesta, con quel sound incalzante che ti mette l’angoscia di qualcosa che deve arrivare.
Il naso ci porta verso l’indie ricercato americano, inglese. Ma le etichette non si addicono alla band. La maturità acquistata negli anni si respira in Broken by, più intensa, più calda ma con un retrogusto profondo. Te lo aspetti che arrivi anche qualcosa di più lento ma non riesci a smettere di ascoltare. Bianco e nero si rincorrono in questi testi e in questa musica, si mischiano in grigio, ma restano due non colori: qualcosa di inafferrabile, imprendibile si cela nei Giardini di Mirò.
Penna Bianca –ilmegafono.org
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