Quella di Somma Zero è una musicalità di quelle che in futuro, a nostro avviso, prenderà il largo tra le generazioni di ascoltatori che prediligeranno un tipo di sound ragionato ma privo di schemi, intrecciato ma equilibrato, in cui viene meno la linearità della melodia e dell’armonia di base per lasciare spazio ad una strutturazione più originale, finalmente svincolata dallo schema strofa-ritornello. Questo genere, di cui Somma Zero attraverso le sue musiche è un rappresentante, è essenzialmente un concentrato elettronico amorfo, modellato secondo sensazioni profonde che si manifestano per quel che sono, essenziali, ciniche e intense.
È un tipo di elettronica che Somma Zero ci presenta dentro il suo nuovo EP, intitolato “Regina di Picche” e strutturato con tre tracce dentro le quali è possibile apprezzare non solo una versatilità compositiva notevole, ma anche un distacco dai dogmi e dagli stili del nostro tempo, andando invece alla ricerca di modelli musicali inconsueti che siano comunque capaci di esprimere pienamente ciò che l’artista percepisce del suo vissuto e delle sue sensazioni.
Quello strutturato da Somma Zero dentro “Regina di Picche” è un modello elettronico che si unisce a sonorità e suoni provenienti dall’acid-house, capaci di creare una sostanza sonora dissonante, a tratti apparentemente synth-pop, che ha l’obiettivo di scuotere e squilibrare, facendo uscire l’ascoltatore dalla sua comfort-zone e collocandolo in una prospettiva più contorta e aggrovigliata. Una prospettiva a cui bisogna prestare attenzione per poter cogliere il messaggio musicale contenuto tra le note e i testi. È un tipo di sound che scuote e che stimola la percezione di chi lo sta ascoltando.
La voce è una bellissima rappresentazione di un rap che non eccede, che si inserisce in maniera relativamente tranquilla tra gli intrecci prodotti dalle strumentazioni, divenendone a tratti una sorta di linea guida. Quello di Somma Zero (che abbiamo avuto ospite nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) è in definitiva un genere che ci è piaciuto e che speriamo di poter valutare in modo altrettanto positivo in un nuovo lavoro di più ampia durata.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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