L’inquinamento e lo smog sono un vero ostacolo per lo sviluppo del rinnovabile, in particolare del fotovoltaico. Le polveri sottili e il particolato atmosferico, quando si depositano sulle celle, provocano una forte riduzione del potenziale energetico degli impianti, pari al 25% in meno. Le ricerche del settore, infatti, attestano che un cielo plumbeo e oscurato dallo smog può fortemente ridurre la capacità di un impianto fotovoltaico, dato che l’attività dell’uomo ha un effetto diretto sull’impatto delle radiazioni solari.
Le misure restrittive prese con il lockdown sono state una sorta di “toccasana” per l’incremento del fotovoltaico, dato che una delle conseguenze primarie è stata proprio un netto miglioramento della qualità dell’aria, più pulita e a prova di fotovoltaico. I mercati delle rinnovabili europei, in particolare quelli di Spagna, Germania e Regno Unito, mostrano un incremento notevole, con veri record di produzione, al di là del cambiamento di stagione e delle condizioni climatiche. La spinta è data sicuramente dal miglioramento delle condizioni dell’aria, in cui inquinanti atmosferici e CO2 sono decisamente ridotti.
Le tre potenze del fotovoltaico, hanno raggiunto negli ultimi tempi livelli di produzione energetica ragguardevoli: in Spagna, nel marzo 2020, gli impianti solari hanno prodotto più del 29,1% rispetto al 2019, mentre nel Regno Unito il 20 aprile è stato raggiunto il picco di 9,68GW. In Germania, poi, un cielo terso ha consentito di produrre 32,2GW, un vero record.
Redazione -ilmegafono.org
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