Da sempre l’uomo con le sue azioni ha modificato il mondo, apportando spesso cambiamenti positivi. Però, a volte succede che quella che potrebbe essere una svolta migliore per l’umanità si trasformi in qualcosa di nocivo. Negli ultimi anni, le attività dell’uomo hanno portato a situazioni negative che hanno sconvolto gli equilibri naturali. Un esempio sono le api che si stanno riducendo a causa dell’agricoltura intensiva e dell’utilizzo di pesticidi nocivi che alterano l’habitat di questa specie e la indeboliscono.
Anche i cambiamenti climatici giocano un ruolo importante in questo processo. Le anomale ondate di calore e siccità aumentano le temperature sopra il livello di tollerabilità di molte specie di api, che in questo modo hanno maggiore difficoltà a vivere. Non è un caso che questi fenomeni si verifichino nelle aree più calde, come Spagna e Messico. Non è da meno neanche l’Italia dove, durante il mese di febbraio, sono state registrate diverse giornate con temperature molto al di sopra della media che hanno fatto risvegliare con un mese di anticipo 50 miliardi di api. Il ritorno del freddo, però, potrebbe far morire molte di queste api, con inevitabili conseguenze anche per la produzione di miele e frutta.
Sicuramente un passo importante è quello di attuare un’agricoltura più sostenibile, iniziando a utilizzare prodotti meno impattanti sull’ambiente. A tal proposito, Greenpeace, tramite una petizione indirizzata alle istituzioni europee, è riuscita a mettere al bando permanente tre insetticidi neonicotinoidi dannosi per le api: l’imidacloprid e il clothianidin della Bayer e il thiamethoxam della Syngenta. Salvare le api è importante, in quanto rappresentano il primo gradino della catena alimentare. Tramite l’impollinazione, sono indispensabili per colture come il pomodoro e la zucca e, inoltre, sono i principali alleati della varietà della nostra alimentazione e della biodiversità del mondo vegetale. La probabilità che nel giro di qualche decennio alcune specie possano scomparire per sempre è alta, causando la sesta estinzione di massa a livello mondiale e anche la più grande crisi globale di biodiversità.
Per salvare le api e far sì che in futuro facciano ancora parte della catena alimentare, l’associazione ambientalista chiede al governo italiano e alla Commissione europea misure più forti. Innanzitutto, la messa al bando di tutti i pesticidi pericolosi per le api e gli altri insetti impollinatori e l’applicazione di pratiche agricole ecologiche. Poi valutare in maniera più rigida i rischi che comportano l’applicazione di alcuni pesticidi, come indicato nelle linee guida dell’Efsa del 2013, che non sono mai entrate ufficialmente in vigore a livello europeo.
Veronica Nicotra – ilmegafono.org
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