Nell’era dell’usa e getta e della plastica, un materiale antico si fa strada: il vetro. Un recente studio (“Il valore sociale di prodotti e attività dell’industria vetraria in Italia”) descrive questo materiale come igienico, salutare, ecologico, riciclabile, sicuro, bello e poliedrico. La ricerca, condotta dal Censis su commissione di Assovetro, l’associazione dei produttori di vetro di Confindustria, mette in luce come il vetro interpreti le esigenze del nostro tempo: per 28 milioni di italiani è poco o per niente sostituibile con altri materiali in ambiti di vita decisivi.

Un materiale che sta diventando profondamente attuale, in quanto ben si armonizza con le necessità della vita contemporanea, con la nostra salute e con il rispetto per il Pianeta, diventando sinonimo di garanzia di qualità per le bottiglie di vino (per il 40,9 per cento della popolazione non sono mai sostituibili), per quelle di birra (31,7 per cento), per i contenitori di profumi (25,9 per cento), ma anche per lampadari, contenitori per farmaci e per l’industria edilizia.

«La potenza del valore sociale del vetro – afferma Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis – risiede nella capacità di dare risposte efficienti, funzionali e credibili al crescente bisogno di sicurezza, soprattutto alimentare. Assume in sé valori fondamentali nell’immaginario collettivo degli italiani e ha un impatto concreto negli stili, nei comportamenti, nei consumi».

Non bisogna dimenticare che il vetro è considerato il materiale riciclabile per eccellenza: in Italia viene riciclato oltre il 71 per cento dei contenitori, ma è un margine che sicuramente può essere migliorato. Un altro valore aggiunto è il mix di funzionalità ed estetica, produzione industriale e design. Sul mercato, infatti, è possibile osservare bottiglie e vasi dalle diverse forme e colori, che rendono talvolta riconducibile quell’oggetto a una determinata marca. Il consumo pro-capite di vetro nel nostro Paese è uno dei più alti in Europa, visto che si spendono 10 euro in più della media Ue. Nei contenitori di vetro, inoltre, l’acqua dura il doppio rispetto a quelli di plastica, la passata il triplo e, infine, solo l’11 per cento del vino viene imbottigliato nel tetrapak.

Si tratta, peraltro, di un settore sempre più in crescita, che dà lavoro a 20.200 persone e genera cifre di 1,5 miliardi di euro l’anno. A dimostrarlo i dati del settore del vetro cavo, in cui nei primi dieci mesi del 2017 si sono prodotte quasi 3 milioni di tonnellate di bottiglie (+1,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016), 230 mila di vasi (+5,6 per cento), 142 mila di flaconi (+2 per cento), 126 mila di prodotti casalinghi (+1,3 per cento).

Il vetro, infine, con il suo ciclo chiuso produzione-uso-riciclo-produzione, è un perfetto esempio di economia circolare. I risultati che si possono raggiungere grazie al riutilizzo del vetro sono straordinari: si risparmiano ogni anno 3,2 milioni di tonnellate di materie prime vergini, 332 milioni di metri cubi di metano e si riducono le emissioni di CO2 di circa 2 milioni di tonnellate. Negli ultimi 20 anni, infatti, si sono ridotte le emissioni di ossidi di azoto, ossidi di zolfo e polveri. Insomma, riciclare il vetro è più ecologico e più sicuro.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org