Neil Lucchetta è un cantautore italiano che si esibisce e “performa” in inglese. Da diversi anni. Un’esperienza musicale che gli ha permesso di sviluppare la sensibilità necessaria all’arte e uno stile suo, proprio, che emerge dirompente sin dal primo ascolto. Ha iniziato con una band, gli Hope Leaves, per poi proseguire, a partire dal 2011, nella carriera solista.

Quello che vi presentiamo è il secondo album. Il suo “Black Flowers” ha il sapore di un’esperienza quasi esotica.  A sentirlo ci sembra di essere in un film americano, di quelli in cui il protagonista in lacrime siede al bancone del bar e chiede l’ennesimo whiskey. Undici brani tra il pop e il rock, tutti in inglese, cantati con ottimo accento da una voce veramente calda.

Brani intimisti, come si evince già dai titoli, su un tappeto musicale completo, rotondo. Il rischio è grande quando si fa questo genere: ossia quello di venirsene fuori con brani piatti, ripetitivi e “vuoti”. La produzione, invece, lo valorizza e gli arrangiamenti regalano dei bei passaggi melodici.

Ci piace sottolineare come molto, molto interessante l’energia di Blank Sheet. Ci piace la ballata romantica My tired heart che ha il sapore country delle ballate dei film e in cui la voce di Neil emoziona davvero. Entusiasmante il crescendo di Promise, che ci stupisce positivamente e, probabilmente, in versione live dà davvero il massimo, immaginandocela più forte è più “tirata”. Da Meaning fades, invece, portiamo a casa delle percussioni delicate eppure fondamentali, come un eco lontano, come spari lontani nella prateria.

Nel complesso un album davvero ben fatto, ben studiato e ben scritto. Davvero emozionante se i gusti sono affini, davvero piacevole se non siete abituati al pop rock che fa l’occhiolino al folk. Sarebbe bello che artisti come Neil potessero essere ascoltati comunemente nei club in giro per una città.

Per ascoltare il singolo Blank Sheet clicca qui.

Penna Bianca -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Black flowers”.