Se ne parla ormai da molto tempo e sono tanti i paesi che hanno iniziato a metterlo al bando: il glifosato è l’erbicida più diffuso al mondo. Oggetto di studi e di dibattito a livello mondiale, esso è stato definito dall’Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS, come una sostanza potenzialmente cancerogena, scatenando la reazione di multinazionali come la Monsanto, che non hanno riconosciuto come valido lo studio (ne avevamo parlato qui). Nel frattempo, però, non solo l’Iarc, ma anche le organizzazioni ambientaliste e alcuni governi hanno lanciato l’allarme e proposto il bando di questo diserbante ritenuto pericoloso.

In Italia, nel maggio scorso, anche l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale), attraverso il Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque 2016, aveva lanciato l’allarme sull’eccessivo uso di pesticidi in agricoltura e sulle conseguenze sulla sanità delle acque sotterranee e superficiali italiane (leggi l’articolo). Insomma, la questione è molto sentita e, mentre c’è chi si appella all’assenza di risultati certi circa la cancerogenità del glifosato e chi invece sostiene di averne dimostrato la tossicità, la battaglia degli ambientalisti va avanti e adesso chiama in causa i cittadini.

La scorsa settimana, Greenpeace ha dato notizia di una petizione, più precisamente una Iniziativa dei cittadini europei (ICE) rivolta alla Commissione Europea, per chiedere “il bando totale dell’uso di questo erbicida” ritenuto responsabile di provocare danni sia alla salute sia all’ambiente, dal momento che le sue tracce sono state rilevate nel cibo, nelle urine umane e, come detto, nei corsi d’acqua.

“L’obiettivo – afferma Greenpeace nel suo comunicato – è raccogliere 1 milione di firme in tutta Europa affinché la Commissione adotti una risposta formale in cui illustra le eventuali azioni che intende proporre a seguito dell’iniziativa dei cittadini”.  Con la raccolta di 1 milione di firme la Commissione Europea sarà costretta a pronunciarsi e decidere se vietare per sempre l’uso del glifosato. Le firme devono essere raccolte in un anno e in almeno sette Paesi dell’Unione Europea.

“Oltre un centinaio di organizzazioni in 15 paesi – continua Greenpeace – sosterranno la raccolta di firme nei prossimi mesi: è importante il contributo di ciascun cittadino! L’interesse e la salute delle persone devono venire prima dei profitti delle aziende agrochimiche!”.

Per firmare l’Iniziativa dei cittadini europei clicca qui.

Redazione -ilmegafono.org