Bentrovati!

Sperando che i viaggi fatti durante la pausa estiva abbiano nutrito la vostra curiosità di sapere e vi abbiano spinto a visitare luoghi più o meno esotici, vi propongo oggi la scoperta di un gioiello dell’architettura rinascimentale incastonato nel centro di Milano e di cui, probabilmente, la gran parte dei (miei amici) milanesi ignora l’esistenza. Su via Torino, tra il numero civico 17 e il 19, immersa tra i negozi e praticamente nascosta agli occhi dei passanti concentrati sulle vetrine illuminate, sorge la piccola chiesa di santa Maria presso san Satiro.

Mi direte: ma che cosa ha questa chiesa di tanto importante? Perché dovrebbe interessarci?

Ad alcuni basterà sapere che fu realizzata dal genio di Donato Bramante, ma vuol dire che costoro la conoscono e non hanno bisogno di articoli di questo tipo per scoprire i luoghi cardine della nostra storia dell’Arte. Agli altri sarò costretto ad offrire una carota più grossa, scoprendo le mie carte, per attirarli nella trappola: questa chiesa offre una delle prime e meglio riuscite illusioni ottiche della storia dell’Arte mondiale.

Sì, avete capito bene, illusioni ottiche della fine del XV secolo!

Quando Bramante, nel 1475, iniziò la ristrutturazione della chiesa con l’obiettivo di renderla più capiente, il tessuto urbano milanese limitava le possibilità di sviluppo della struttura. Per questo motivo, il suo architetto decise di trasformare la navata esistente in transetto e vi inserì perpendicolarmente una nuova navata.

Anche se la chiesa aveva guadagnato molto spazio, la regolarità della struttura era disturbata dall’impossibilità di realizzare un ampio coro (una strada passa qualche metro dietro l’altare); allora Bramante decise di riequilibrare l’architettura realizzando un finto coro in stucco dipinto, che anche se profondo poco più di un metro, dà ancora oggi una vera illusione di profondità.
Una soluzione magistrale dettata dalla necessità di seguire fedelmente i canoni della buona architettura affermati da Leon Battista Alberti nel “de re ædificatoria”.

Non aggiungo nient’altro! Non voglio star qui ad annoiarvi parlando di altri particolari costruttivi o di materiali, fosse stato per me non vi avrei neanche detto dell’illusione ottica. Perché? Perché è più bello scoprirlo da soli, meravigliarsi: ma dovevo pur attirarvi in qualche modo, o no?
A proposito, se per caso vi state chiedendo chi sia questo santo dallo strano nome vi dico subito che non è un essere mitologico, bensì il fratello maggiore di sant’Ambrogio che, suppongo, tutti i milanesi conoscono, visto che la sua chiesa è molto più grande e visibile di questa, oltre ad essere un gioiello dell’architettura romanica.

Angelo De Grande -ilmegafono.org

Apriti Sesamo foto

Chiesa di santa Maria presso san Satiro, Bramante, Milano