A un anno dall’ultimo appello dell’Onu per fermare la guerra in Siria, la situazione nel paese continua a peggiorare, soprattutto ad Aleppo, nel nord, e nella città vecchia di Homs, teatro di violenti scontri, vicino al confine con il Libano. “Sembra che il peggio debba ancora venire”, scrivono in un nuovo appello, lanciato tre giorni fa, i capi delle agenzie umanitarie dell’Onu, Valerie Amos, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari e coordinatore alle emergenze, Anthony Lake, direttore esecutivo dell’Unicef, António Guterres, Alto commissario per i rifugiati, Ertharin Cousin, direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale (Pam) e Margaret Chan, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
“Un anno fa, in qualità di leader di agenzie delle Nazioni Unite che lottano per far fronte al crescente impatto umano della crisi siriana, diffondemmo un appello urgente a nome di milioni di persone la cui vita e il cui futuro sono appesi a un filo – si legge nella dichiarazione -. Quell’appello è stato in gran parte disatteso. La guerra si inasprisce in molte aree”. Solo nella città di Aleppo, almeno un milione di persone necessita ora di urgente assistenza umanitaria, dopo l’intensificazione degli scontri nelle ultime settimane. “La strada che collega Damasco ad Aleppo, passaggio di vitale importanza, è spesso interrotta”, aggiungono i capi delle agenzie umanitarie dell’Onu, ricordando che un milione e 250 mila persone hanno bisogno di cibo nella città di Aleppo e nelle zone rurali di quel governatorato. Altre importanti strade sono bloccate da diversi gruppi e contingenti armati.
“L’accesso umanitario a chi ha bisogno viene troppo spesso negato da entrambe le parti. Bombardamenti aerei, razzi, mortai e altri attacchi indiscriminati massacrano donne, uomini e bambini innocenti”, aggiunge il comunicato. Ad Aleppo, si segnala che ora ci sono solo 40 medici a fronte di una popolazione di 2,5 milioni di persone – una volta erano più di duemila – e scarseggiano le scorte di medicinali. La città è accerchiata. In tutta la Siria, sono oltre 9,3 milioni le persone colpite da questo conflitto, entrato nel suo quarto anno. Un terzo degli impianti di trattamento delle acque del paese non sono più funzionanti, il 60 per cento dei centri sanitari sono distrutti e circa 3,5 milioni di persone vivono in aree sotto assedio o impossibili da raggiungere con l’assistenza umanitaria. I civili innocenti della Siria sembrano sopravvivere solo grazie al proprio coraggio.
“In stretta collaborazione con le organizzazioni non governative nazionali e internazionali, noi agenzie umanitarie stiamo facendo tutto il possibile per salvare vite umane e alleviare le sofferenze, anche con grandi pericoli e a costo di sacrifici da parte dei nostri colleghi sul campo. Ma sappiamo che quello che noi possiamo fare non è abbastanza. Lungi dall’esserlo”, continua il comunicato in cui i direttori delle agenzie Onu fanno appello a tutte le parti del conflitto affinché si intraprendano “azioni urgenti”.
Innanzitutto, è necessario “permettere l’accesso umanitario incondizionato a tutte le persone in stato di necessità, usando le strade disponibili attraverso le linee del fronte in Siria o attraverso i suoi confini”, aggiunge il comunicato. Altre due misure urgenti sono “togliere gli assedi sui civili, al momento imposti da tutte le parti, come quelli che isolano parti di Aleppo, della città vecchia di Homs, di Yarmouk, di East Ghouta, di Moadhamieh, Nubl e Zahra e porre fine agli indiscriminati bombardamenti e lanci di granate sui civili da parte del governo e dei gruppi dell’opposizione oltre che a tutte le altre violazioni del diritto umanitario internazionale”.
Nella dichiarazione si sottolinea come, fino ad oggi, gli sforzi diplomatici volti a porre termine ad anni di sofferenze non abbiano prodotto risultati: “Quello che non è mancato, invece, è il coraggio e la determinazione della straordinaria popolazione civile siriana nel sopravvivere”. I rappresentanti delle agenzie umanitarie dell’Onu chiedono quindi “a coloro che hanno la responsabilità, il potere e l’influenza per fermare questa tragica e terribile guerra” di trovare “il coraggio e la volontà” di intervenire.
G.L. -ilmegafono.org
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