Il gioco d’azzardo in Italia è diventato a tutti gli effetti un trend inarrestabile. Secondo un dato recente, nel 2024, in Italia, si potrebbe arrivare alla cifra monstre di 160 miliardi di euro persi col gioco d’azzardo. Numeri spaventosi che riflettono quello che a tutti gli effetti rischia di diventare un problema sociale, oltre che culturale ed economico. Secondo il sociologo Maurizio Fiasco, intervistato da Barbara Bertocchi per il Giornale di Brescia, il problema è ormai generalizzato e colpisce persone di ogni età e genere. La platea di “giocatori” può essere suddivisa in fasce concentriche: in quella più esterna vi sarebbero circa 20 milioni di italiani che giocano saltuariamente; in quella subito dopo, più interna, il numero si aggira sui 6 milioni e include gente che gioca anche pesantemente o che addirittura rinvia spese importanti (mediche, alimentari ecc.) al fine di rimpinguare il conto dedicato ai giochi d’azzardo. Infine, nella fascia più problematica e che coinvolge almeno un milione e mezzo di italiani, vi sono i veri e propri “dipendenti dal gioco d’azzardo”, gente che ha bisogno di aiuto e che rischia di mandare in fumo la propria vita e quella dei propri cari.
Il dato più allarmante, però, resta quello inerente ai minorenni: circa un milione di under 18, infatti, farebbe parte di tutte e tre le categorie sopracitate, a dimostrazione di un problema che non colpisce solo gli adulti e che nei più piccoli sta diventando sempre più esteso. Non solo: è proprio nei giovani che tale trend potrebbe avere risultati disastrosi e ancor più letali. “Il fatto che i minorenni abbiano un contatto, anche solo saltuario, con il gioco – ha affermato Fiasco – è molto preoccupante per due ragioni”. Tale ragioni consistono nel fatto che innanzitutto il gioco d’azzardo, almeno formalmente, è vietato ai minori, e nel fatto che, nei loro confronti, “l’impatto è fortissimo”, dato che si parla di “persone che – continua Fiasco – stanno completando il loro sviluppo, stanno costruendo rapporti e formando la loro idea di vita”.
Dietro questa necessità sfrenata per il gioco, i giovani cercherebbero una gratificazione delle proprie abilità. Vincere una scommessa o una puntata alle slot machine, ad esempio, significa essere stati più bravi degli altri e non semplicemente fortunati (come invece accade tra i più anziani). A tal proposito, l’AgCom (Autorità garante delle comunicazioni) starebbe pensando a un nuovo regolamento che introduca l’obbligo di verifica dell’età per l’accesso a piattaforme del genere. “Abbiamo agito in ottemperanza a una legge nazionale, inizialmente focalizzata sui soli siti porno”, ha affermato a “Repubblica”, Laura Aria, commissaria AgCom. “Tuttavia – ha aggiunto- anche l’Europa, con il regolamento Digital Services Act, prevede l’obbligo di verifica dell’età per la protezione dei minori e sta per emanare linee guida specifiche”. In tal senso, si è pensato all’utilizzo di strumenti di verifica quali la Carta d’Identità Elettronica o, come si sente dire da qualche settimana, lo Spid stesso.
“Qualsiasi sistema che garantisca sicurezza, efficacia e rispetto della privacy sarà accettabile”, ribadiscono dall’AgCom, affermando inoltre che spetterà alle singole piattaforme scegliere lo strumento più idoneo. Ma dov’è che si spende di più in Italia? E qual è, effettivamente, la situazione attuale? A far luce su temi così delicati ci hanno pensato associazioni come Cgil, Federconsumatori e Fondazione Isscon, le quali, in occasione della presentazione del rapporto “Non così piccoli. L’azzardo online nei piccoli comuni italiani”, hanno pubblicato una mappa sul gioco d’azzardo online che illustra le regioni e i comuni italiani con la spesa più alta sostenuta nel 2023. Secondo tale rapporto, la Campania è la regione in cui si spende di più per il gioco online, seguita da Calabria e Sicilia. Per quanto riguarda i piccoli comuni, invece, i top 3 sarebbero tutti al Nord, con in testa Anguillara Veneta, in provincia di Padova, la cui spesa pro capite media, nel 2023, è stata di addirittura 13 mila euro.
Insomma, si tratta di dati sconcertanti, che confermano un problema a livello nazionale su cui bisogna intervenire al più presto. “Ormai è chiaro a molti che in Italia è necessario sgonfiare l’azzardo online e sono necessarie politiche nazionali e locali per il contenimento di quello fisico”, ha affermato Michele Carrus, presidente Federconsumatori. “Nessuno chiede di vietare l’azzardo: oltre che impossibile sarebbe anche controproducente, e alimenterebbe il canale illegale”. Quel che si chiede, però, è di “contenerlo, esaminando la materia attraverso un bilancio sociale, che metta a fianco delle entrate per la collettività, sotto forma di tasse, anche le uscite, in termini di costi sanitari e sociali”. Il gioco d’azzardo rappresenta a tutti gli effetti un problema da risolvere e per far ciò bisognerebbe attuare quante più misure possibili: educative e legislative, certo, ma anche e soprattutto di stampo culturale. Un Paese che fa del gioco un tratto distintivo (lo dimostrano i numeri da capogiro già citati) è un Paese destinato a fallire non solo dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto da quello morale.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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