Nel quarantennale dell’uccisione di Giuseppe Fava e a quasi cento anni dalla sua nascita (avvenuta il 15 settembre 1925), alcuni cittadini di Palazzolo Acreide, paese barocco in provincia di Siracusa e luogo natìo dello scrittore e giornalista siciliano, si sono mossi per una proposta interessante e dal valore importantissimo: la realizzazione di una statua urbana in onore e in memoria del proprio illustre concittadino, ucciso dalla mafia per averla sfidata e messa a nudo. L’obiettivo principale di questa proposta è quello di non dimenticare mai l’esempio di un intellettuale eclettico, scrittore, giornalista, drammaturgo, artista, che osservava la sua terra e il suo Paese e ne denunciava, con grande spirito civile, le nefandezze, le connivenze, gli intrecci tra mafie, politica e mondo economico.
La statua, dunque, vuole essere una rappresentazione fisica della memoria: il ricordo che si fa bronzo, la memoria stessa che diventa fisicamente visibile e, per questo, reale, tangibile dalla gente. Affinché ciò sia possibile, si è mosso dapprima il Coordinamento Giuseppe Fava di Palazzolo Acreide e, in simbiosi, la Fondazione Giuseppe Fava, alla quale è stato dato il mandato di avviare le procedure organizzative. Successivamente, il Comune di Palazzolo Acreide ha dato in concessione perpetua il suolo pubblico affinché possa essere realizzata “un’opera che ricordi Fava senza celebrarlo; e dunque la semplicità di Fava, la sua antica abitudine a non atteggiarsi mai, la sua dimensione di uomo e di intellettuale che si ritrovano insieme senza sforzo”. “Una rappresentazione scultorea di Fava – si legge in una nota – che induca a rivolgergli la parola, più che a offrirgli corone di fiori”.
A tal proposito, una commissione ad hoc (composta da rappresentanti della famiglia, della Fondazione Giuseppe Fava, del Comune di Palazzolo Acreide e da due Professori dell’Accademia delle Belle Arti di Catania e Siracusa) ha scelto il progetto del Maestro Giuseppe Agnello “che raffigura il giornalista (la statua sarà in bronzo e a grandezza naturale), seduto su una panchina di piazza Nigro a Palazzolo, che scrive sul suo taccuino con lo sguardo rivolto al Liceo Platone”. Un’immagine che probabilmente apprezzerebbe lo stesso Fava, da sempre legato al proprio paese di nascita e con in mano quel che lo ha reso più famoso: una penna e, per l’appunto, un taccuino su cui appuntare idee, pensieri e spaccati di realtà quotidiana.
“Un fil rouge di sensazioni e sentimenti”, ha affermato in un’intervista Francesca Andreozzi, presidente della Fondazione Fava e nipote del giornalista, che collega “da un lato, lo sguardo e il pensiero di Fava rivolto agli studenti che nel Liceo sono educati; dall’altro, la possibilità che i giovani hanno, dalle finestre delle loro aule, di guardare la statua col pensiero rivolto al loro concittadino e ai suoi insegnamenti”.
In termini tecnici, il costo della statua si aggirerebbe intorno ai 52 mila euro e, affinché questo avvenga in termini più rapidi, si è pensato anche a reperire una parte della cifra, attraverso una raccolta fondi “dal basso” rivolta ai cittadini e a chiunque voglia donare con un contributo personale. Questo è possibile grazie a Laboriusa, prima realtà di crowdfunding tutta siciliana, che ha voluto appoggiare l’iniziativa rendendo disponibile la propria piattaforma: da qui, infatti, ognuno può donare la cifra che desidera e contribuire così alla realizzazione della statua. L’obiettivo è quello di raggiungere in circa 80 giorni la cifra minima di €15860 per coprire le spese di modellazione e avviare il progetto. Per donare, basta andare sulla sezione dedicata al progetto “L’arte di ricordare”, cliccando qui. A quel punto basterà scegliere l’importo, che determina una precisa ricompensa, quindi selezionare il metodo di pagamento preferito e compilare con i propri dati il modulo indicato per effettuare la donazione. Restano ancora una cinquantina di giorni per poter donare.
Se ricordare è effettivamente un’arte, allora è proprio per mezzo dell’arte che è possibile ricordare chi questo mondo ha cercato di renderlo un po’ più giusto e umano, provando a liberarlo dalle mafie. Giuseppe Fava merita di essere ricordato e una statua nella sua città natale, alla quale ha dedicato anche delle bellissime parole, è sicuramente un modo per farlo. Una statua in un luogo pubblico, visibile, serve affinché le persone abbiano modo di non dimenticare mai l’esempio e l’opera immensa di uno dei più grandi e acuti intellettuali italiani del secolo scorso. In fin dei conti, ricordare mettendo insieme pensiero e arte rende giustizia a Pippo Fava, la cui enorme produzione creativa comprende sia la scrittura che la pittura. Inoltre, si tratta di un messaggio che parte dal basso e si diffonde dappertutto, tra la gente, tra i più piccoli così come tra i più grandi. Un po’ come le sue parole hanno fatto e continuano a fare per mezzo di interviste, libri, sceneggiature che, attraverso la sua penna, riuscivano a raccontare il mondo e l’umano e a svelare scomode verità.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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