Come tanti altri gruppi e produzioni discografiche, anche il progetto dei Tensor prende forma durante il periodo del lockdown. In uno dei momenti più bui della nostra storia recente, l’arte è stata quello spiraglio di luce a cui aggrapparsi. Vale anche per questo interessante duo romagnolo, che ha recentemente pubblicato il suo primo EP, concepito e strutturato appunto in epoca di pandemia. Come vale per molti dischi d’esordio, si tratta di un EP omonimo attraverso il quale i Tensor ci mostrano la loro essenza, il loro stile e le influenze che li caratterizzano.
Il loro è un mix di sonorità molto variegato che definisce un’atmosfera particolare, lontana dal mainstream e capace di offrire interessanti spunti di analisi su come i vari generi trattati dal duo si inseriscano all’interno della tracklist e su come si intreccino tra di loro, nonostante appaiano molto distanti. Si parte infatti da una base trip-hop dal forte sapore vintage, che si unisce ad altri dettagli sonori provenienti da generi come jazz o R&B. A tutto questo – che già di per sé risulterebbe un ottimo marchio di originalità – viene aggiunta una componente elettronica, espressa sia con suoni sintetizzati che con beat. Tutto questo fornisce all’intero EP quel senso di modernità che è essenziale per stuzzicare anche l’orecchio delle generazioni più giovani.
Da un punto di vista più astratto ed emozionale, quello dei Tensor appare come un lavoro molto introspettivo, all’interno del quale ogni traccia è un racconto che evolve, muta, si trasforma lungo un minutaggio abbastanza corposo. È un quadro musicale in cui si percepisce sia libertà e sia il desidero di esprimere emozioni nel modo più completo possibile.
Quello dei Tensor (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”), è in definitiva un bell’esordio, in grado di proporre un tipo di musica che vale la pena di ascoltare, non solo per la qualità ma anche per tutti i contrasti sonori e le strutture armoniche poco consuete con le quali è costruito.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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