I Dang Dang sono una band attiva da oltre dieci anni nel territorio romagnolo e, lo scorso 12 aprile, hanno fatto registrare il loro ritorno discografico, con l’uscita del terzo album della loro carriera, intitolato “Liar”, totalmente autoprodotto e promosso da Doppio Clic Promotions. Il genere che ci propongono i Dang Dang merita attenzione, sia in termini di qualità sonora sia in termini di sound. Lungo le dieci tracce che compongono “Liar”, pur percependo dei richiami a stili vintage di qualche decennio addietro, non si trova niente di superficiale o obsoleto. L’ambientazione sonora è molto ricercata, capace di proporre qualcosa di alto livello, intrecciando tra di loro sonorità e melodie in un modo allo stesso tempo sia elegante sia energico. Scendendo un po’ più nel dettaglio, “Liar” è senza dubbio un’espressione rock che presenta al suo interno delle venature alternative e indie.
La parte alternative la associamo a quei richiami a stili come il post-rock o il new-wave, ovvero a tutta quella gamma di suoni ed effetti che destrutturano una classica traccia rock in un quid di più attuale, conferendole dinamismo a scapito invece di quella linearità tipica del rock al suo stato brado.
La parte indie invece la percepiamo in maniera più velata e ci sentiamo di associarla alla ricerca del suono, alla volontà di creare delle tracce che raccontino davvero qualcosa in modo unico. Ascoltando “Liar” si ha l’impressione che i Dang Dang (che abbiamo avuto ospiti nell’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play) abbiano pensato ad ogni brano come ad una personale opera d’arte, come ad un pezzo unico che andasse curato nei minimi particolari. Il prodotto finale dobbiamo dire che è davvero ben riuscito, perché l’album è un pezzo di bravura che proviamo a collocare tra quei lavori art-rock che meritano senza alcun dubbio di essere ascoltati.
Manuele Foti – ilmegafono.org
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