Sabato 18 marzo alle ore 18.00 verrà inaugurata, presso la Galleria Alice Schanzer di Venezia, la mostra “Vi-Ve. L’abbraccio della materia”, personale di Ezio Cicciarella, quarantaseienne scultore siciliano. La mostra, curata da Silvia Previti, si inserisce all’interno del progetto “Vi-Ve: Ezio Cicciarella da Vittoria a Venezia”, che è stato avviato il 10 marzo e durerà fino al 10 giugno 2023, ideato dalla Fondazione Donà dalle Rose in collaborazione con Sudestasi Contemporanea. Dal 18 marzo fino al 15 aprile saranno visibili le sculture dell’artista che, con questa esposizione, approda da Vittoria, in provincia di Ragusa, a Venezia, dove si fermerà per lavorare e vivere la città per tre mesi di residenza artistica, da marzo a giugno 2023 appunto, nella sede della Fondazione Donà Dalle Rose. Il progetto, nato dalla citata Fondazione, ha la collaborazione di Sudestasi Contemporanea; partner dell’iniziativa saranno Pavel Zoubok Fine Art, New York e Nerosicilia Group, Modena.
Il titolo Vi-Ve è un gioco di parole: “Vi” sono le iniziali di Vittoria, dove l’artista è nato e lavora solitamente, città che Leonardo Sciascia definiva “paese di frontiera” per chi vi arrivava da Gela, da Caltanissetta o da Palermo, “paese di frontiera” perché, a sentire il famoso scrittore, “ne aveva l’animazione, la mescolanza, l’ambiguità, la contraddizione”; “Ve” sono le iniziali di Venezia, “lontana dal mondo e dal tempo, staccata, immobile e imperitura”, come la definiva lo scrittore Bruno Barilli. Venezia sarà la città dove il viaggio di Ezio Cicciarella avrà inizio, proprio a Palazzo Donà dalle Rose, sede della Fondazione. Vi-Ve è anche un monito a riscoprire la pietra ed il suo vivere, respirare, modificarsi, plasmarsi nel tempo, in osmosi con la creatività dell’uomo.
Venezia e la Sicilia sono terre in cui chi vi nasce o vi alberga finisce per esprimere un forte spirito isolano. Come scrive Antonella Anedda, “circondata da un elemento instabile, il mare, l’isola coincide con le forze opposte del rifugio e della minaccia” e sia la Sicilia che Venezia vivono, certo in maniera diversa, le stesse forze come lo stesso fascino. Ezio Cicciarella è artista autodidatta, figlio di artigiani, di animo sensibile, naturalmente incline al dialogo. Come evidenziato dal regista Ivano Fachin, fin dagli esordi Ezio ha un “rapporto passionale con la pietra”, “che vive come simbolico incontro/scontro con la propria terra natia, le proprie inquietudini, la propria essenza”. “Un rapporto intimo, organico, in cui pensiero ed azione sono due aspetti del tutto, un tutto che da tempo l’artista ha trasposto in chiave semantica nella figura della fascia, eletta a suo motivo formale prediletto per esprimere la dicotomia insita nel concetto di ‘legame’: vincolo opprimente o dolce interrelazione”, ci suggerisce il sito di Sudestasi Contemporanea.
Lo scultore ha già esposto alla Biennale di Venezia nel 2011 e in altre importanti collettive, sia in Italia che all’estero. In questo progetto residenziale, Ezio Cicciarella vivrà a stretto contatto con Chiara Modica Donà dalle Rose, che lo condurrà alla scoperta della città sommersa, quella vera ed autentica, scoprirà la laguna, i suoi ritmi, la sua natura, i suoi materiali, la sua luce ed i suoi tempi. Ezio potrà confrontarsi, inoltre, con chi abita Venezia, dal lagunare “doc” a chi ha scelto di viverci o di trascorrere solo una fetta della propria vita. Da Venezia, lo scultore siciliano si sposterà in Sardegna, a Porto Rotondo, dove realizzerà una scultura dedicata a Nicolò e Françoise Donà dalle Rose, fondatori della nota località sarda, per poi arrivare in Senegal, dove Cicciarella parteciperà ad una residenza di due settimane (15 – 27 aprile) nel villaggio del compianto artista e scrittore africano – nonché fondatore del festival della Spiritualità “Dialaw Festival Rythmes & Formes du monde” – Gérard Chenet.
Gli artisti selezionati dal curatore Scaringella, contaminandosi con la gente, i costumi e le tradizioni del posto, realizzeranno un’unica grande installazione composta dalle singole opere da loro disseminate a Toubab Dialaw. L’opera finale verrà lasciata alla comunità senegalese in memoria di questa esperienza di “armonia artistica”. Sono previsti anche un docufilm e laboratori didattici con la popolazione locale.
Ezio Cicciarella lavora, modella, scolpisce la pietra dicevamo, con la quale ha un rapporto passionale. “La scultura – afferma l’artista – ha illuminato la mia vita, ma esigendo dedizione assoluta, coraggio e sacrifici infiniti”. Come tutti gli scultori, sia del passato che contemporanei, Ezio riesce a vedere, a percepire la vita nell’immobilità del blocco, della roccia, del marmo; come tutti coloro che riescono ad andare oltre l’apparenza, come tutti coloro che hanno intuito e capacità d’immaginazione, come tutti coloro che lavorano con le mani e con il sudore della fronte, lo scultore siciliano riesce, come osservava il critico Giorgio Manganelli, ad afferrare che “anche il sasso più distratto e arcaico ha le sue vene, le sue allusioni di sangue, le sue millenarie pulsazioni”.
Vincenzo Lalomia -ilmegafono.org
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