Originale e profonda, come sempre, la band bergamasca Il Silenzio Delle Vergini torna per riportarci dentro il proprio mondo, nella sua dimensione più intima. Il gruppo, fondato dal musicista milanese Armando Greco, ha appena partorito il suo quarto album in studio, in uscita proprio oggi, intitolato “La chiave di Berenice” e coprodotto da I Dischi Del Minollo e (R)esisto (Audioglobe distribuzione). Dopo il disco d’esordio (“Colonne sonore per cyborg senza voce”, 2017), seguito dall’Ep “Su rami di diamante” e dal terzo lavoro, “Fiori recisi” (2020), ritroviamo il trio di musicisti lombardi in questa ultima produzione, nella quale confermano la loro concezione musicale e letteraria e il loro stile colmo di citazioni e di rimandi al mondo anime.
Le dieci tracce che compongono l’album de Il Silenzio Delle Vergini ci fanno camminare dentro noi stessi, tra atmosfere oniriche e altre duramente reali, senza mai perdere il contatto con quello che siamo, con il nostro ambiente interiore. Dentro “La chiave di Berenice” cerchiamo e troviamo noi stessi, attraverso il racconto essenziale dei tre musicisti, che attingono dal loro vissuto, così come dall’amato universo dei fumetti, in particolare dei Manga, o dalla storia dell’umanità e dei suoi protagonisti. La traccia di apertura (Martin) è incentrata sul celebre discorso di Martin Luther King, leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani e Nobel per la Pace, ucciso a Memphis nel 1968. Un brano che fa già subito capire come questo disco sia profondamente ancorato alla vita reale, alle sue sfaccettature, a tutto ciò con cui conviviamo quotidianamente.
Si parla di differenze, di lotta, di malattia, di amore, felicità, violenza, pregiudizi e tutto quello che la nostra interiorità elabora e affronta, cercando di trovare la chiave giusta per riuscire a tirar fuori e liberare le proprie sensazioni. Il concept di quest’album si affida musicalmente a un sound che è un marchio di fabbrica de Il Silenzio Delle Vergini, un rock/new wave privo di orpelli e ricco di sperimentazioni e suggestioni. con rimandi all’alternative e alla psichedelia. Un sound nel quale gli effetti sono ben dosati, la linea è minimalista e intima e accompagna una voce che sembra giungere dalle profondità dell’anima. I testi sono di buona fattura e giocano spesso sulla ripetizione ossessiva, come se i nostri artisti volessero motivare gli altri e al contempo automotivarsi.
Quello creato da Il Silenzio Delle Vergini (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radio) è un disco maturo e complesso, non facile da apprezzare per chi non è abituato al genere, ma molto efficace per chi invece di questo genere è un convinto seguace. Ci sono riferimenti importanti e tanta passione per una musica dai contenuti robusti. La band bergamasca va per la sua strada, continuando a rimanere “fedele alla linea”, lasciandosi apprezzare anche per questo.
Redazione Musica -ilmegafono.org
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