A Scampia, noto quartiere alla periferia di Napoli, è stato inaugurato il nuovo polo di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II. Lì dove un tempo c’erano le vele (il complesso residenziale salito alla ribalta grazie anche a “Gomorra”) e dove la criminalità organizzata agiva pressoché indisturbata, si è riusciti a dar vita a un simbolo di cultura, educazione e istruzione. Un risultato, questo, che solo pochi anni fa sembrava un miraggio, ma che dopo tanti sforzi è diventata una splendida realtà. Il progetto, che prevedeva la realizzazione di diverse sedi periferiche dell’università napoletana, infatti, aveva visto la luce già nei primi anni 2000. Fu solo tra il 2005 e il 2006, però, che i lavori ebbero inizio, in concomitanza con un abbattimento progressivo di tutte le vele allora presenti a Scampia (l’ultima delle quali è stata demolita appena due anni fa).
Finalmente, quindi, si è giunti a quello che tutti hanno definito un “giorno storico” per il quartiere, un momento importante che, si spera, potrà dare nuova linfa vitale a un pezzo di Napoli troppe volte dimenticato. Per diverso tempo, infatti, Scampia è stata vittima di una narrazione tutta al negativo, frutto sicuramente di una realtà effettivamente difficile e intrisa di illegalità, ma nel tempo ingigantita, nella percezione, a un punto tale da non riconoscere più anche le tante energie positive di chi nel quartiere operava per la cultura e la legalità. Scampia era e resta un rione particolare, una città dentro un’altra città, sia in termini di popolazione che di veri e propri meccanismi. Che ci sia ancora la camorra e che questa faccia sentire la sua forza dentro il quartiere è cosa purtroppo nota e, soprattutto, non la si può né la si deve negare o ignorare.
Al contempo, però, non bisogna dimenticare che il quartiere è nel frattempo cambiato, rispetto ai tempi in cui fu scritto ad esempio “Gomorra” e che proprio da quelle parti diverse organizzazioni e associazioni no profit, da anni e addirittura decenni, lavorano per risollevare le sorti di un quartiere intero. Ne è un esempio il Gridas (Gruppo di risveglio dal sonno), associazione e centro culturale che opera a Scampia e che, da oltre trent’anni, si occupa di dare un’impronta culturale, sociale e artistica all’intero quartiere. Ecco perché l’inaugurazione di un polo universitario è sì un appuntamento storico, ma anche l’ennesimo tassello di una ripresa, di una riqualificazione che parte da lontano e che è stata resa possibile grazie anche allo sforzo dei cittadini comuni, di coloro che combattono per Scampia e che lì vivono ogni giorno.
“Scampia deve essere un centro attrattivo per portare conoscenza e legalità in quel quartiere”, ha affermato Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Napoli e Campania. “Bisogna continuare a rigenerare nelle nostre periferie realtà che possono essere veramente di sviluppo e di contrasto all’illegalità”, ha aggiunto. Secondo il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, invece, “l’apertura del complesso universitario della Federico II” è l’intervento di qualificazione più importante avvenuto negli ultimi anni e “da qui parte anche il riscatto culturale e sociale di Scampia”.
Dello stesso avviso è la ministra uscente per l’Università, Maria Cristina Messa, la quale si è detta convinta di come questa sia “un’iniziativa molto importante non solo per la città di Napoli”, ma anche perché offre un “segnale forte di quanto un’istituzione come l’Università può fare per il proprio territorio e per il proprio Paese”. Un’iniziativa, ha inoltre aggiunto la ministra, che “va curata, seguita, portata avanti e aiutata anche dallo Stato che non può ignorare parte del proprio Paese”, affinché tutto ciò non diventi una triste “cattedrale nel deserto”. In una città in cui le prestazioni mediche vengono erogate a singhiozzo, in cui il personale medico soffre la carenza di servizi e strutture adeguate, nonché di forza lavoro effettiva, l’inaugurazione di un polo di Medicina in un quartiere simbolo di Napoli non può che assumere le sembianze di una vera e propria ripartenza. Un vero e proprio Rinascimento culturale e sociale fatto di legalità, bellezza e civiltà.
Il cambiamento per Scampia parte da qui, dalle lezioni e dagli studenti che, già lunedì scorso, hanno affollato le aule del nuovo edificio. La speranza è che questo cambiamento sia solo l’inizio di un percorso ben più lungo e più ampio che porti alla definitiva vittoria della giustizia e della bellezza sul marchio negativo che la camorra e le mafie in generale imprimono ingiustamente su interi quartieri che, come ogni luogo al mondo, hanno maggioranze, a volte silenziose e a volte combattenti, schierate dalla parte del bene. La giusta parte.
Giovanni Dato -ilnegafono.org
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