Due anni e mezzo dopo il loro ultimo album (di cui avevamo parlato su queste pagine), tornano gli Acid Brans, con la loro carica e la loro caratteristica rabbia rock. Anticipato dai singoli Confucio e 2020, il 18 marzo scorso è infatti uscito il nuovo disco, intitolato “Il caos”, pubblicato da Infecta Suoni&Affini, distribuito da Artist First e promosso da (R)esisto. Per l’esperta band lucchese si tratta del settimo sigillo di una lunga e intensa carriera iniziata nel 1997. Un album nel quale si ritrova pienamente l’identità musicale del gruppo, con il suo inconfondibile sound che oscilla tra alternative rock, grunge, punk e post punk.
Una scarica di adrenalina rock, in continuità con la storia degli Acid Brains, ma con sfumature diverse dal solito, sia nello stile sia nel concept. A differenza del passato, infatti, tutte le tracce sono scritte in lingua italiana e musicalmente sperimentano variazioni che spingono verso un rock inglese più attuale e, soprattutto, verso un alternative rock più italiano. Il tutto per rendere più diretti e immediatamente comprensibili i contenuti del disco, che, come gli Acid Brains ci hanno ormai abituato, sono sempre molto validi e raccontano, denunciano, mettono a nudo la nostra epoca e tutto quello che stiamo vivendo, soprattutto in questi ultimi due anni.
Nell’album degli Acid Brains (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radio) c’è spazio per le ansie, per gli effetti emotivi di un 2020 surreale, per la necessità di liberarsi dal caos che ci circonda e ci riempie di troppe parole, per la resilienza che ciascuno di noi ha sperimentato, fuori e dentro di sé. Tutto viene narrato con una voce pulita e potente e con l’energia e i suoni distorti che il rock e il punk, nelle loro varie diramazioni melodiche, sanno offrire a chi ha voglia di dire qualcosa, di tirarsi fuori dall’ovvietà del quotidiano.
Gli Acid Brains hanno saputo farci arrivare il loro messaggio, sono riusciti a farsi ascoltare in mezzo alla confusione, a catturare chi ascolta. Il loro è un disco che scorre veloce ma non sfugge. Un album che merita.
Redazione -ilmegafono.org
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