L’ultimo album di Marco Sirtori, uomo di lettere e musicista milanese, fa parte di quella categoria di produzioni che per un ascoltatore medio, anche il più profano, può rappresentare il mezzo attraverso il quale comprendere appieno il concetto di sperimentazione o riarrangiamento musicale. In uscita proprio quest’oggi, il nuovo album di Marco Sirtori si intitola “Nautilus”, in riferimento al celebre sottomarino del capitano Nemo del romanzo di Jules Verne. La principale particolarità, la ragione d’interesse per chi si approccia in modo critico a questo lavoro, salta all’occhio già leggendo la tracklist, che si estende per undici tracce e rappresenta un insieme di riarrangiamenti di celebri brani del passato.
Quelle presenti in “Nautilus” sono delle cover che spaziano tra gli artisti di un paio di generazioni addietro, partendo ad esempio da Joe Cocker, passando per Fred Buscaglione fino ad arrivare a Personal Jesus dei Depeche Mode, che è stata inoltre la traccia che abbiamo scelto di farvi ascoltare durante l’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”, di cui Sirtori è stato ospite.
Ogni singola traccia viene descritta da un nuovo punto di vista, presentata sotto un’altra luce, con nuovi colori e particolari, con diversi ritmi e intonazioni, arrivando quasi a stravolgere la base di partenza e addentrandosi nei complicati meandri della sperimentazione, dai quali Marco Sirtori – a differenza di molti altri artisti – non solo ne esce indenne, ma anche vincitore.
La reinterpretazione in chiave jazz e pop di questi evergreen, oltre ad essere particolarmente gradevole, fa trasparire un artista che non ha timore nell’osare, nel mettere in discussione con ferreo rispetto il preesistente. Quello che ne viene fuori è un lavoro di valore e qualità: “Nautilus” è un album che, a prescindere dai gusti musicali, riesce a destrutturare con ragionevolezza un concetto già in essere, come può essere in questo caso un celebre brano del passato, per ampliarne l’essenza e offrirne interpretazioni alternative e valide.
Manuele Foti – ilmegafono.org
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