Una rinascita o, meglio, un cambio di passo, un nuovo progetto che, con semplicità e maestria, vuole raccontare una speranza nel futuro. Un gruppo di esperti e bravissimi musicisti veneti, noti con il nome di Disincanto, prima della pandemia hanno deciso di scrivere un nuovo disco e di dedicarlo al luogo in cui vivono, quello che amano e che ha urgente bisogno di cambiare. Così, cambiano anche loro, abbandonando i Disincanto e dando vita ai Maestral che, il 24 settembre, escono con il loro nuovo album, intitolato “Marghesarà”. Nove tracce semplici ed emozionanti, dedicate al loro territorio, a Marghera, una delle aree italiane che ha pagato un tributo terribile all’industrializzazione.
Un territorio che ha bisogno di rinascere, di rifiorire, di respirare un vento nuovo, come il maestrale, appunto. C’è una commistione magica dentro questo disco, una simbiosi tra i musicisti, gli strumenti, la terra e la malinconia che la circonda. C’è un gioco di parole che richiama al futuro e al mare, un mare avvelenato che vuole tornare a brillare di purezza. Sono brani scritti e cantati in lingua veneta, sono intensi, danno voce a un mondo di lavoro e sofferenza, un mondo e un’epoca che hanno subito il ricatto del fumo sulla fame, lasciando poi solo macerie.
C’è malinconia nelle atmosfere sonore dei Maestral, c’è la profondità emozionante della voce meravigliosa di Sergio Renier, che, nel brano che dà il titolo al disco (Marghesarà), si unisce a quella del cantante Gualtiero Bertelli. Un pezzo da brividi che rappresenta al meglio l’amore e la speranza che i Maestral nutrono per il loro territorio. Tutto il disco è un bellissimo arcobaleno di suoni, strumenti, che generano una struttura sonora folk/rock, con influenze della canzone popolare e del cantautorato.
L’intento dei Maestral (come ci ha detto il loro front-man, durante l’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è quello di raccontare con semplicità, di donare emozioni a chi ancora è capace di emozionarsi. Ascoltando le nove tracce di questo album possiamo dire che ci sono riusciti pienamente, entrando nell’anima anche di chi non è veneto e soprattutto di chi abita in zone che hanno vissuto lo stesso scempio, lo stesso inganno del progresso industriale. “Marghesarà” è un disco che scorre con intensità, va assaporato lentamente, ascoltato e riascoltato, lasciandosi trasportare in queste atmosfere che dondolano tra speranza, amore e malinconia. Un ottimo lavoro, da tutti i punti di vista. Altissimo livello.
Redazione -ilmegafono.org
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