Un gruppo di musicisti molto giovani, ma con alle spalle già un percorso di tutto rispetto, fatto di successi e di importanti momenti di crescita. Loro sono i Watt, una band milanese il cui primo nucleo è stato fondato nel 2013, quando Luca Corbani (basso e voce), Luca Vitariello (chitarre e produzione) e Matteo Rampoldi (batteria), erano appena tredicenni/quattordicenni. A loro, l’anno seguente, si aggiunge Greta Rampoldi (voce), anche lei giovanissima, con la quale si completa la formazione del gruppo. Dopo tanto studio, tanti live e ottimi riscontri, nel 2020 i Watt vincono il prestigioso Festival di Castrocaro, con il brano Fiori di Hiroshima.
Una vittoria importante che vale anche la partecipazione di diritto alle audizioni live per il Festival di Sanremo 2021. Alle audizioni i Watt hanno portato il singolo Boomerang, che hanno poi pubblicato a dicembre scorso, con l’etichetta Artist First. Un singolo che ha avuto una gestazione molto lunga: è stato infatti scritto due anni fa e poi rivisto e modificato più volte fino alla sua versione attuale. Boomerang è una canzone che ci racconta molto dello stile e della musica dei Watt. Giovani e visionari, sicuri di sé, capaci di mischiare sonorità più moderne, che affondano le mani nella trap, nell’elettronica e nel funk, a melodie più pop e più vicine alla tradizione cantautorale italiana, con accenni anche alla dance anni ‘80. Un mix che unisce suoni molto diversi, ma ben amalgamati, che offrono una linea melodica ben arrangiata, orecchiabile, accattivante.
Un sound che scorre leggero, senza strafare, con un’ottima costruzione armonica, a fare da guida a un testo che, a dispetto del mood allegro e rassicurante della musica, parla di un amore tossico, manipolatore, di qualcosa che ci fa perdere il controllo, ci porta dentro le nostre fragilità che spesso inibiscono o ritardano la nostra reazione. Un contrasto voluto, qualcosa che diviene più evidente a ogni ulteriore ascolto di questo brano. I Watt (che abbiamo ospitato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) sono molto giovani, ma non lo sembrano affatto. Sono molto più maturi sia nel sound sia nella voce della sua giovane cantante (16 anni appena).
Sono lontanissimi dall’immagine di una boy band, nella quale si potrebbe cadere facilmente. Anche in questo c’è un contrasto identico a quello sopraccitato tra la musica e le parole di Boomerang: guardando il loro video le loro facce sono molto giovani, ma tutto il resto ci racconta qualcosa di più avanti con l’età, di più maturo, di meno acerbo. D’altra parte, che ci sia della stoffa è noto, vincere Castrocaro non è da tutti.
Redazione -ilmegafono.org
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