L’innalzamento del livello dei mari è una delle dirette conseguenze del cambiamento climatico e, a sua volta, sarà la causa della scomparsa di molte zone costiere, anche nel Mediterraneo. Se infatti gli arcipelaghi tropicali sono esposti a rischi più immediati, anche le fasce costiere a noi più vicine possono risentire dei danni ambientali. Secondo i dati stimati dall’Onu sui cambiamenti climatici, l’equilibrio del Mar Mediterraneo è infatti molto precario: si prevedono innalzamenti che vanno da 0,94 a 1,03 metri, oppure, nella peggiore delle ipotesi, fino a 1,31-1,45 metri.
Già dall’inizio degli anni ‘70 le coste mediterranee sono state interessate da forti fenomeni di erosione, con circa 40 milioni di chilometri quadrati di spiagge ormai consumate. Entro i prossimi 80 anni si calcola che l’Italia potrebbe perdere il 30% delle coste, mentre le spiagge del Mar Egeo potrebbero addirittura subire danni più ingenti. Lo studio condotto dai geologi marini Diego Paltrinieri e Giancarlo Faina per Legambiente, sulla base di dati pubblicati dal Ministero dell’Ambiente, Ispra e Regioni costiere, rivela quanto sia concreta l’ipotesi erosione.
Al di là del fattore ambientale, estremamente grave, la perdita di grosse porzioni costiere potrebbe avere forti ricadute anche sull’economia delle zone marittime, già fortemente compromessa dal difficile periodo storico che stiamo vivendo. Comuni, Regioni e associazioni del settore dovrebbero mobilitarsi anche a favore dell’ambiente, tessuto primario anche degli interessi economici.
Redazione -ilmegafono.org
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