Qualche settimana fa, l’associazione Libera guidata da Don Ciotti ha pubblicato un manifesto per la ripresa in sicurezza del Paese ponendo in maniera notevole l’attenzione su tutto quel che riguarda i diritti economici, sociali e civili dei cittadini italiani. #Giustaitalia è il nome del manifesto, un vero e proprio “Patto per la ripartenza”, composto da 18 punti, con cui Libera e tantissime altre associazioni hanno voluto dimostrare la propria presenza e la propria vicinanza a tutte quelle categorie in difficoltà, notoriamente più deboli, che spesso vivono in aree o quartieri ad alto tasso criminale.
Il Paese ha bisogno di aiuti sostanziosi di tipo economico grazie ai quali poter ripartire il prima possibile, perché a seguito del lockdown e della pandemia che ha stravolto il mondo intero c’è una parte consistente della popolazione che rischia di ritrovarsi sempre più povera e meno protetta. Non è una novità, infatti, che tutte le associazioni criminali (soprattutto quelle mafiose) trovino giovamento dalle crisi sociali ed economiche; d’altronde, è proprio in questi periodi che i clan stessi possono offrire il proprio sostegno ad una porzione di popolazione decisamente più grande e con ogni probabilità maggiormente disposta a tacere dinnanzi all’illegalità evidente. Non solo: il rischio di usura, legato all’incrementare di casi di racket ed intimidazioni, è più alto che mai e le dichiarazioni di queste settimane da parte di diverse istituzioni lo hanno confermato ulteriormente.
Ecco perché l’associazione di Don Ciotti ha deciso, ancora una volta, di scendere in campo a difesa della legalità e della giustizia. Una presenza costante in questi mesi difficili, quella di Libera, che dona un senso di speranza e fiducia nei confronti del futuro più o meno imminente. Come se non bastasse, in linea con il suddetto Patto per la Ripartenza (i cui 18 punti possono essere visionati cliccando qui), Libera si è mossa in maniera tempestiva anche per una delle città italiane maggiormente colpite dal Covid-19, vale a dire Milano.
I 10 punti della proposta “Una Mano a Milano” ideata dall’associazione (leggi qui) consistono nella difesa di punti cardini: il “diritto alla salute, ad un ambiente sano, alla casa, all’assistenza, al lavoro, all’istruzione”. Nello specifico, si tratta di porre maggiormente l’attenzione su aspetti quali i “beni confiscati, la riconversione ecologica e sostenibile, l’emergenza delle povertà educative” e, infine, “l’attenzione alle categorie più fragili”. Quel che può sembrare un’utopia sia per una città come Milano che per un Paese quale il nostro è, in realtà, la normalità di molti Stati europei, soprattutto di quelli con cui l’Italia ha dovuto dibattere in modo acceso negli ultimi mesi.
Sebbene siamo a conoscenza delle enormi differenze presenti tra un Paese e l’altro dell’Unione Europea, siamo anche convinti che l’impegno (di qualsiasi tipo esso sia) nei confronti delle categorie meno abbienti debba essere il primo, importantissimo punto di ogni governo. L’obiettivo principale di ogni Stato dovrebbe essere garantire quanta più uguaglianza ed equità tra le fasce di popolazione che lo compongono, soprattutto in tempi di crisi come quello che stiamo vivendo. Il fatto che vi siano associazioni come Libera a sostegno di tali diritti imprescindibili fa ben sperare chi in questi tempi rischia di perdere o ha già perso praticamente tutto.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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