Si scrive Vixa ma si legge Vipera. Sono una band ferrarese formatasi qualche anno fa dall’unione di quattro musicisti che non si conoscevano bene e che la sala prove è riuscita ad amalgamare al meglio. La loro musica è una scarica di energia, un profondo morso alternative metal, che però tocca anche altri generi. Ne viene fuori un crossover d’annata che, se da un lato riprende sfumature sonore proprie degli anni Novanta, dall’altro si apre a un sound più moderno e innovativo.

Il loro primo album, intitolato “Tutto a posto”, è uscito lo scorso 25 ottobre, con l’etichetta (R)esisto. Nove tracce potenti, rabbiose, furiose, nelle quali le chitarre si infiammano e la voce graffia, spaziando dal metal al punk o al rock più puro, senza disdegnare gli effetti e la contaminazione con l’elettronica. Ma anche con sfumature di rap che si possono notare in tracce come Riserva di calma, uno dei brani più originali e belli del disco.

I testi sono in linea con la rabbia del sound e riescono a toccare, a graffiare, sono coerenti con il contesto, con quel “tutto a posto” che in realtà sembra suggerirci proprio il contrario, cioè che nulla è in ordine, niente è definito e c’è ancora da sputare rabbia e veleno. Perché è una necessità, un’urgenza da accompagnare con la violenza dei bassi e delle chitarre, con le distorsioni e gli effetti. Questo è lo spirito dei Vixa (che abbiamo ascoltato nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) e il loro album lo incarna al meglio.

Un disco davvero interessante, non alla portata di tutti, ma di sicuro ideale per chi ama la musica di qualità, quella che non vuole piacere a tutti i costi e che, piuttosto, preferisce esprimere un messaggio e un’identità sonora diversa da quella che si sente (troppo) in giro.

Heisenberg -ilmegafono.org

La copertina dell’album “Tutto a posto”