Fin dal suo insediamento, l’esecutivo attuale ha dovuto fare i conti con lo spettro del razzismo. Sicuramente la presenza della Lega, al secolo Nord, come forza preponderante di governo non ha fatto che alimentare i dubbi per via del forte campanilismo territoriale che, per oltre due decenni, ha caratterizzato la maggior parte degli esponenti di questo partito. Né si può dimenticare come il leader di questa fazione politica, nonché ministro dell’Interno, appena 10 anni fa a Pontida insultava il popolo napoletano con cori razzisti.

Se le premesse non erano incoraggianti, in questi mesi le politiche del Viminale in materia di immigrazione hanno confermato quello che era già una certezza: il razzismo e l’intolleranza non sono più un tabù per le manovre politiche, segnate dal linguaggio violento che è stato sdoganato soprattutto nel corso degli ultimi mesi. La settimana scorsa abbiamo assistito all’ennesima conferma di questo arretrato e pericoloso concetto. La Commissione antimafia ha infatti approvato il nuovo codice di autoregolamentazione per le candidature che dovrebbe entrare in vigore già a partire dalle elezioni europee del 26 maggio, nel caso superi l’esame delle due camere del parlamento.

Il nuovo testo prevede principalmente il principio di “cumulo” delle condanne. Nello specifico, vengono indicati come impresentabili tutti quelli che, sommando tutte le sentenze definitive, hanno raggiunto 4 anni di pena detentiva. Sebbene vada specificato che il codice non ha forza di legge e non va necessariamente rispettato, è anche vero che questo tipo di restrizione sugli impresentabili è assolutamente condivisibile e necessaria. Purtroppo però non è finita qui. Su richiesta dei capigruppo del Movimento 5 Stelle e della Lega è stato approvato un emendamento che stralcia dal cumulo i reati legati al razzismo e alla legge Mancino del 1993 che punisce l’apologia di fascismo.

L’idea della Commissione antimafia sembra chiara: pugno di ferro con tutti meno che con i razzisti e i fascisti. Una formula non nuova per il governo gialloverde, soprattutto non per il ministro Salvini, che 6 mesi fa aveva sgomberato il centro Baobab in fretta e furia lasciando per strada centinaia di migranti, dando a questa operazione la massima precedenza e promettendo anche l’abbattimento della sede del movimento di estrema destra, Casapound, anch’essa abusiva. A nulla tuttavia è servita la delibera del Comune di Roma, arrivata 3 mesi fa, dal momento che l’ok del Viminale tarda ad arrivare e sulla vicenda il silenzio mediatico è davvero assordante.

Insomma quello della settimana scorsa non è altro che l’ennesimo insopportabile occhiolino alle forze estremiste, passato anche in secondo piano nel dibattito politico a causa della concomitanza con il congresso annuale per la famiglia che si è tenuto a Verona e che ha fatto molto discutere concentrando su di sé l’attenzione mediatica. Francamente imbarazzanti anche le parole a commento della vicenda da parte del presidente della Commissione antimafia, il pentastellato Nicola Morra, il quale ha detto che “nulla impedisce che nella prossima revisione alcuni reati particolarmente gravi possano essere presi in considerazione”. Insomma ci penserà qualcun altro a risolvere il problema, perché a quanto pare questo governo con i razzisti e fascisti ci va a braccetto.

Vincenzo Verde -ilmegafono.org