Il Movimento Right2Water, che aveva attivato una petizione per inserire il diritto fondamentale all’acqua potabile nella legislazione comunitaria, ha dovuto manifestare la sua delusione in seguito alla decisione di Bruxelles. I ministri dell’Ambiente dei paesi membri dell’Unione, infatti, nel documento prodotto, non hanno rispettato le richieste del Movimento, ossia accesso ad acqua potabile, pulita e sicura a chiunque, sulla stessa scia delle Nazioni Unite.

Secondo i responsabili del Movimento Right2Water, il consiglio di Bruxelles ha approvato una versione “deludente e slavata” del testo per la Direttiva sull’Acqua Potabile, mentre Jan Willem Goudriaan, Segretario Generale della European Public Service Union, commenta: “I cittadini europei si aspettavano un riconoscimento univoco del Right2Water nella legislazione europea”, aggiungendo inoltre che “il Consiglio europeo non si è dimostrato capace di soddisfare questa aspettativa nonostante le promesse del Pilastro europeo dei Diritti Sociali di migliorare i servizi pubblici come l’acqua potabile. Spetterà ora agli eurodeputati prendere in mano la situazione”.

Nel testo approvato dall’Unione, inoltre, sembrano esserci lacune anche sui limiti da imporre alla privatizzazione, che di fatto renderebbe più difficile l’accesso all’acqua potabile. L’attenzione si è spostata invece sugli standard di qualità dell’acqua potabile, connessi alla presenza di agenti chimici e sostanze inquinanti.

Nel 2015 il Parlamento Europeo aveva accolto le istanze del movimento Right2Water, ma con la nuova decisione sembrano essersi affievolite le possibilità di attuare quanto richiesto. Spetterà comunque sempre al Parlamento la decisione di accogliere o meno la proposta del Consiglio.

Redazione -ilmegafono.org