La pratica virtuosa del riuso potrebbe essere regolamentata da una legge, stando alle notizie che circolano in questi giorni. Stefano Vignaroli, portavoce del M5S e capogruppo della Commissione Ambiente alla Camera, ha presentato una proposta di legge sul riuso, avviando così l’iter necessario perché il provvedimento diventi effettivo. La legge tende a disciplinare il settore dell’usato, in modo da sfruttarne appieno tutti i punti di forza, guardando a un futuro più sostenibile. Le norme previste dal testo di legge indicano ruoli e regole per gli operatori dell’usato, con annesso codice etico e obblighi di tracciabilità dei beni.

Una volontà di trasformare in sistema una pratica che già da tempo è in grado di dare notevoli benefici, non ultima la creazione e la tutela dei posti di lavoro. Secondo le ultime stime, infatti, oggi sono circa 100mila i lavoratori del settore, tra addetti alla vendita al dettaglio e ambulanti, intermediari e cooperative, e le merci trattate vanno dall’abbigliamento agli elettrodomestici. Il fatturato ammonta anche a 2 miliardi di euro, una cifra davvero importante se analizzata in un’ottica di economia circolare e sostenibilità.

Per questo emergeva la necessità di regolamentare il settore con un’apposita legge, in modo da sgravare il peso fiscale e garantire maggiore tutela agli operatori: con il provvedimento, infatti, saranno riconosciuti “operatori dell’usato” a tutti gli effetti, che dovranno rispondere anche dal punto di vista fiscale. È previsto inoltre un Tavolo di Lavoro Permanente presso il ministero dell’Ambiente, per confrontarsi e implementare idee e servizi nell’ambito del riuso consapevole.

Uno dei principali riferimenti del testo di legge proposto da Vignaroli è quello della Rete nazionale degli operatori dell’usato dell’Onu, che ha accolto con grande soddisfazione l’iniziativa italiana. Come spiega Pietro Luppi, portavoce di Rete Onu: “questa iniziativa contribuirà a sbloccare l’intercettazione delle 600mila tonnellate di rifiuti riutilizzabili in buono stato che potrebbero essere reinseriti in circolazione; si tratta del 2% dell’intera produzione di rifiuti urbani che causa uno spreco di denaro pubblico di almeno 60 milioni di euro annui”.

Sulla questione più strettamente burocratica e legislativa aggiunge: “Seguiremo con estrema attenzione tutto l’iter di discussione della legge e proporremo che vengano affrontate alcune questioni che per gli operatori dell’usato sono fondamentali, come ad esempio le difficoltà generate dalla richiesta di offerte economiche al massimo rialzo per affidare il servizio di raccolta di beni riutilizzabili”.

Redazione -ilmegafono.org