Entro la fine del prossimo decennio, in Arabia Saudita, entrerà in funzione l’impianto fotovoltaico più grande del mondo. L’annuncio ufficiale è stato dato dalla Softbank, la multinazionale leader del settore che ha finanziato il progetto con una cifra esorbitante, ben 200 miliardi di dollari. L’impianto avrà una capacità mai vista fino ad ora, ossia 200 GW di potenza, circa la metà di quanto attualmente installato nel mondo, parlando di fotovoltaico. A sancire la nascita del progetto è stato l’incontro a New York tra l’ad di Softbank, Masayoshi Son, e il principe arabo Mohammed Bin Salman, che si sono impegnati per la realizzazione dell’impianto.
Nonostante si tratti di un progetto ancora su carta, l’ottimismo dei due firmatari è alle stelle. «È un grande passo per l’umanità, – ha commentato il principe saudita – è un progetto audace e rischioso, ma speriamo di realizzarlo». L’impresa coinvolgerà anche altri settori dell’industria energetica, come quello della produzione di pannelli fotovoltaici, il cui impianto sorgerà accanto alla centrale. L’impianto sfrutterà il grande potenziale del deserto saudita e si inserisce nell’ottica di Vision2030, un programma energetico con il quale il principe Mohammed Bin Salman ha intenzione di aprirsi alla produzione di energia rinnovabile, mettendo il freno alle esportazioni di petrolio.
Già nel 2017 lo stato arabo aveva firmato con Softbank un accordo chiamato Vision Fund, con il fondo di Private equity per lo stanziamento di 10 miliardi di dollari per un impianto fotovoltaico. L’Arabia Saudita ha inoltre fissato un ambizioso obiettivo per il 2023, vale a dire la copertura energetica totalmente rinnovabile pari a 9,5 gw. Softbank ha inoltre stanziato altri 15 miliardi di dollari per la costruzione di Noem, città Green e Smart sulle coste del Mar Rosso.
L’unica pecca del progetto è lo sviluppo del nucleare, altro obiettivo del principe saudita per la riduzione della produzione di petrolio, con la costruzione di 16 reattori nucleari. Anche questo tipo di energia rientra in Vision 2030, anche se sarebbe prima necessario un accordo con gli Stati Uniti per la non proliferazione del nucleare. L’Arabia Saudita non intende comunque sottostare ad eventuali restrizioni.
Redazione – ilmegafono.org
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