Ve lo avevamo già presentato su queste pagine, quando a settembre vi proponemmo il suo ottimo EP, “Il diario del Camaleonte” (leggi qui), e oggi siamo lieti di ritrovarlo per presentarvi la sua nuova produzione discografica, intitolata “Fantasmagonia” (che vi abbiamo presentato in anteprima nell’ultima puntata di “The Independence Play”, sulla nostra web radio). Parliamo di Lorenzo Meloni, in arte Lou Nime, che all’epoca ci colpì non solo per il suo sound, molto particolare ed odierno, ma per la tenacia e la dedizione con le quali porta avanti il suo progetto musicale solista. Il genere di Lou Nime si avvale di tutti quegli stili compositivi ultramoderni, in cui l’elettronica diventa il caposaldo imprescindibile delle tracce.
Le forme dei ritmi e la percezione delle atmosfere sonore non sono lineari, ma trovano comunque un preciso andamento, seppur di più complessa rilevazione per l’orecchio umano. Quelle del nostro musicista sono delle atmosfere in cui bisogna immergersi con il giusto stato d’animo, senza preconcetti e senza azzardare giudizi affrettati.
Il genere trattato da Lou Nime nei propri lavori è un mix di post-rock, new-wave e Lo-fi. Un miscuglio bello corposo, dal quale prendono vita delle vibrazioni a tratti oscure, come se provenissero dai meandri più cupi dell’animo umano, a tratti oniriche e sognatrici, vacue, perse nel vuoto assoluto. Ci teniamo dire che la parte che ci è piaciuta di più è quella Lo-fi. Tanti la considererebbero minimalista e ripetitiva; noi preferiamo definirla come la trasmissione di un concetto, ad ogni costo, variando l’approccio sonoro e la strumentazione, ma mantenendo quella base. Il messaggio deve arrivare a destinazione, in qualunque modo. Una grande dimostrazione di coerenza con le proprie emozioni e con la propria arte.
“Fantasmagonia” è il riassunto perfetto di quanto detto finora: un album, otto tracce e quasi 45 minuti di pure sperimentazioni, in cui l’elettronica e i suoni sintetizzati si mischiano in maniera originale al post-rock, con l’ascoltatore che viene catturato da una sorta di trip sonoro inizialmente caotico, in continua evoluzione, che cresce e decresce, che aggiunge dettagli e suoni per poi rimuoverli o conferendogli un ruolo più centrale; un’atmosfera che, col passare dei minuti, diventa quasi naturale, come se la conoscessimo da tanto tempo.
“Fantasmagonia” è la conferma che ci attendevamo da Lou Nime: un cambiamento proprio di un “camaleonte”, il quale muta la sua estetica, ma senza modificare la sua forma e la sua essenza.
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