Con l’aumento degli sbarchi dei profughi sulle nostre coste è aumentato anche il transito sul nostro territorio di donne vittime di tratta destinate al mercato del sesso. Secondo recenti stime, infatti, negli ultimi anni, sui barconi che hanno attraversato il Mediterraneo sono state individuate centinaia di donne destinate alla prostituzione in Italia e in altri paesi europei, soprattutto in Spagna.

L’agenzia dell’Unione europea che supporta le operazioni di polizia tra gli Stati membri sta cercando di far luce sul fenomeno del racket e non sono poche le occasioni in cui vengono individuate reti di trafficanti, come nel caso dell’operazione effettuata nell’agosto scorso in cui le forze dell’ordine spagnole, con l’aiuto di Europol ed Eurojust, hanno smantellato una rete di trafficanti ed effettuato oltre 25 arresti, liberando dalla schiavitù sessuale 16 nigeriane sbarcate precedentemente in Italia e costrette a prostituirsi sulle strade di alcune città spagnole tra cui Malaga, Valencia e Barcellona.

Alcuni dati ci dicono che, negli ultimi anni, l’aumento del racket del sesso ha raggiunto numeri vertiginosi: basti pensare che solo nei primi mesi del 2016 sono sbarcate sul nostro territorio circa 2.000 giovani ragazze africane, a volte addirittura giovanissime, per la maggior parte originarie della Nigeria, destinate a subire l’inferno del marciapiede. Di queste si stima che una su cinque sia minorenne. Gli sfruttatori che controllano il mercato del sesso usano i flussi migratori per confondere le autorità e ingannare successivamente le reti di accoglienza, avvalendosi anche delle norme sul diritto d’asilo per entrare in Europa.

In Lombardia, per contrastare il fenomeno Caritas Ambrosiana, Associazione Lule e Padri Somaschi hanno avviato progetti di formazione per gli operatori sociali che lavorano all’interno dei centri di accoglienza, per individuare le donne vittime della tratta del sesso. Alle donne riconosciute come vittime del racket della prostituzione viene proposta la possibilità di entrare a far parte di un percorso sociale e psicologico all’interno di comunità e quindi di liberarsi e denunciare gli sfruttatori.

È importante che il sistema di accoglienza in Italia sia preparato a riconoscere e contrastare sin da subito i casi di migranti schiave del racket della prostituzione così da poter arginare i numeri del fenomeno e poter dare a queste persone una possibilità di vita migliore.

Lucio Salciarini (Sonda.life) -ilmegafono.org