Questa settimana vi presentiamo un progetto nuovissimo, nato in rete nel 2015, attraverso l’incontro, prima virtuale e poi fisico, di tre giovani che la musica, oltre ad averla nel sangue, la vivono e la studiano sin dall’infanzia. Loro sono i Me, the other and. e hanno appena esordito con il loro album “404 Human Not Found”, uscito per Seahorse Recordings. Un album che, oltre a una precisa struttura musicale, frutto della capacità tecnica dei musicisti e della qualità melodica delle due voci, ha alle spalle anche un concept deciso, solido, non banale.
Un canto amaro e disilluso sbattuto in faccia al mostro creato dalla società moderna e dall’uomo che la domina schiacciando l’umanità stessa, umiliando i sentimenti, la giustizia sociale, ma anche la natura, costretta a piegarsi a questo mostruoso prevaricatore. “404 Human Not Found” ha proprio il senso della attuale difficoltà di trovare l’elemento umano, le emozioni, la sensibilità e tutto ciò che dovrebbe dare un significato alla vita.
La musica che scorre lungo le dieci tracce, per raccontarci questa storia umana, non conosce barriere o stili. Ed è da questa forza che i Me, the other and. partono, facendoci tuffare in un mondo di suggestioni sintetiche e riportandoci subito alle cose reali con delle voci ferme, vivide, armoniche. Synth e ritmi bassi ci intrappolano come fa la nostra realtà. Una realtà che ai nostri musicisti va stretta e che rifiutano apertamente. I riff sono riusciti e ci spingono a viaggiare lungo la linea melodica e narrativa delle varie tracce, regalandoci un’immensità di diverse sfumature.
L’Intro che apre l’album è avvincente, suggestiona e ipnotizza. È uno strepito di suoni riuscitissimi che rimandano allo scorrere dell’acqua o al crescere sotto terra di radici o ancora allo scoppiettare del fuoco. Un brano che è un risveglio della natura, una sconfinata armonia e pace. Uno strepito che infine si placa: tutto trova un ordine, una luce, uno spazio e un tempo. In Long walks il ritmo invece sale e le voci insieme si incontrano e si seducono a vicenda in uno swing sensuale e cadenzato.
È proprio l’incontro di queste due voci, una profondissima e l’altra quasi diafana, che rende questo disco ancor più interessante e riuscito. È un incontro che avviene in molte canzoni, ma probabilmente Jazz e Paperstream sono quelle più esemplari in tal senso, quelle nelle quali l’alchimia è perfetta, ancora più intensa e scuote maggiormente. Anche in Over le due voci ci avvolgono, scivolano calde e suadenti come carezze, ma poi si spezzano in un riff che monta fino a spegnere la quiete. Psichedelia e voce degenerano e conquistano l’ascolto. Si sentono perfino una chitarra e una batteria, ma vengono fagocitate e reinventate in un’elettronica magistrale.
È un album che ricorre spesso a una storia, quella di un uomo e una donna che non si incontreranno mai. Lei non ha nome (come cantano in She’s got no name), ma in questo brano che disegna l’assenza di sogni, stelle, strada, cuore, porta ugualmente con sé un mondo di influenze, fascino, ricordi e sogni. Un’altra canzone riuscita, che mette insieme l’armonia delle voci e le atmosfere oscure e tormentate evocate dalla musica. Alla fine c’è solitudine, la stessa nella quale una ragazza e un ragazzo si ritrovano scegliendosi (Young lady).
Nell’ultima traccia Hide, infine, essi ci ricordano che non ci si può nascondere. Così ci troviamo scoperti, con tutte le nostre fragilità, spogliati da questa musica che pulsa e che, alla fine, diventa essa stessa sicurezza e conforto. È un brano drammaticamente sensuale, con i suoi sussurri profondi.
Insomma, i Me, the other and. (ascolta qui la puntata di “The Independence Play” di cui sono stati ospiti) ci piacciono e ci convincono pienamente, perché se ne stanno fuori da schemi ed etichette e sono freschi, concreti ma al contempo fortemente evocativi. Sanno bene cos’è la musica, cosa significa giocare con le voci, sanno avere ritmo e armonia. “404 Human Not Found” è davvero un disco completo, nel quale non esistono frontiere e attriti. È drammatico ma liberatorio, è un fluire armonioso di suggestioni e di profondissima musica. Semplicità e armonia sono le regole del gioco. E in questa semplicità risultano lampanti la bellezza delle voci e la bravura di rendere la musica elettronica intima, introspettiva. E dire che si tratta di un esordio. Bravi davvero.
FrankaZappa -ilmegafono.org
Commenti recenti